Al coreano non far sapere…_2ª parte

Guida pratica alla conoscenza della Corea e del popolo coreano

Suwon/Seoul, 18 agosto 2007
Le prime partite del Mondiale under17 scivolano via rapidamente.
Niente che non accada anche tra i “grandi”.
Poche emozioni, qualche buona giocata, qualche papera di troppo da parte dei portieri.
Segnatevi questi due nomi: Reimond Manco, numero 7 del Perù e Mani Sapol, numero 5 del Togo.
Ne sentiremo parlare.

Torno stremato da una lunga, lunghissima giornata di lavoro.
Per fortuna, il ristorante dell’albergo tiene la cucina aperta fino alle 2 e così riesco a mangiare.
Ipod in mano, almeno credo, e zaino in spalla, vado in camera.
E buonanotte.

Seoul, 19 agosto 2007
Oggi giorno di riposo, dedicato al turismo.
Le intenzioni ci sono tutte, l’ipod no.
Dimenticato, perso, al ristorante, durante la cena della notte appena trascorsa.
Mi rivolgo all’albergo, servizio lost and found. Niente da fare.
Andato, perso per sempre il mio accompagnamento bianco a forma di mela.
Addio.
Non mi perdo d’animo e guida in mano, vado alla scoperta di Seoul.
Insadong, Gwanghwamun, Cheongwadae.
Palazzi imperiali al centro di grattacieli che sfiorano le rotte aeree.
La gente per strada non smette di guardare i propri cellulari di ultima generazione, mentre gli ambulanti vendono generi alimentari e souvenirs.

Dall’albergo alla zona nordovest di Seoul ci sono cinque fermate di metro.
L’odore di aglio è sparito, oppure ne sono talmente assuefatto che oramai non me ne rendo conto?
In compenso il caldo è opprimente.
Le signorine coreane, magrissime e diafane, si proteggono con ombrellini simili a quelli che i barman mettono nei cocktail. Vestono maluccio e vanno spesso in gruppo.
I ragazzi invece sembrano veramente usciti da cartoni animati che noi, giovani degli anni settanta, divoravamo, negli anni ottanta, nei nostri pomeriggi piovosi.

Sulla metropolitana mi piace osservare le persone.
Molti sono immersi nei loro cellulari, intenti a guardare la tv oppure a giocare a qualche videogioco.
Alcuni dormono. Altri sono assorti nell’ascolto del loro mp3: beati loro…e il pensiero corre al mio ipod.
Ritorno in albergo distrutto dal grande caldo e dall’umidità.

Suwon, 20 agosto 2007
Allo stadio, in previsione dei match di domani, in attesa della nuova regia televisiva che sostituirà quella con cui ho lavorato l’altro ieri.
La giornata scorre via senza troppi problemi.
L’autista, quello che mi aveva portato dall’aeroporto all’albergo, ci riporta a Seoul.
Prima di mettere in moto, mi porge l’ipod che avevo dimenticato in macchina, e non al ristorante, la sera prima.
Esulto e lo ringrazio. Poi mentre ascolto un po’ di musica, penso che mi fosse capitato altrove, probabilmente starei acquistando un altro ipod…
Quattrocentoventinovemila* grazie, amico coreano.
La giornata si conclude.
La Corea mi conquista ogni giorno di più.
I Coreani ancora di più…sono gentili. Però, guidano male.

*Il prezzo, dell’ipotetico ipod che mi sarei riacquistato, in Won.
1 euro= 1271,9 WonFoto de Il Bradipo errante, Seoul, Insandong-gil la via dei souvenirs, agosto 2007

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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2 Risposte

  1. tanogae ha detto:

    Ragazzo caro, leggerti è sempre un piacere ma leggere che il tuo cervello giace soffritto insieme all’aglio fa davvero male!

    Per carità, il tuo i-pod in Italia (paese di belle donne, di pallone e di mariuoli) farebbe bella mostra di se in un mercatino dell’usato ma da questo a parlare di una Corea che ti conquista ce ne passa. E pure parecchio. Tra puzza d’aglio e umidità c’è di cui scappare!

    Dammi retta, fatti una bagna caoda, magari ti passa…

  2. il bradipo errante ha detto:

    Credimi…ero talmente scettico e preoccupato rispetto al mondo asiatico, che ora stando qui posso dirlo: ti conquista.
    E’ diverso, misterioso…puzza d’aglio ed è umido…ma ti conquista.