Al coreano non far sapere…_4ª parte

Guida pratica alla conoscenza della Corea e del popolo coreano

Seoul, 27 agosto 2007

Resisto a tutto, fuorchè alle tentazioni…
Oscar Wilde

Stazione della metropolitana di Yongsan.
Non fai in tempo ad uscirne e ti ritrovi catapultato in un mondo incredibile.
Enormi edifici ospitano il più grande mercato di elettronica dell’Asia.
I prezzi sono convenienti e la scelta è vastissima.
Ci si perde, inevitabilmente, perché ogni piano offre diavolerie di ultima generazione: fotocamere, videocamere, cellulari, ma anche lavatrici, ferri da stiro, computer…
I venditori, armati di calcolatrice, ti attendono al varco: i banchi sono talmente ravvicinati che è impossibile nascondere il proprio interesse per questo o per quel modello.
Non ci sono prezzi esposti: basta chiedere ed ecco apparire la calcolatrice con il prezzo digitato in Won; un attimo dopo la calcolatrice passa nelle mani del potenziale cliente che cerca la contrattazione.
In qualche caso, sono proprio i negozianti a chiedere che sia tu a formulare l’offerta.
Tentazioni a non finire e piccola spesa. Con la promessa (o la minaccia?) di tornare…

Problema insormontabile è quello della lingua.
Pochi parlano inglese e i caratteri coreani non aiutano di certo il turista: impossibile anche solo pensare di tradurre qualche parola.
Generalmente le indicazioni sono tutte in alfabeto latino, ma talvolta la trascrizione trae in inganno.

Si resta così, sospesi a mezz’aria tra domande formulate in inglese e risposte ricevute in coreano, con l’imbarazzo di chi non vorrebbe mai mettere in difficoltà nessuno, tantomeno persone così gentili e disponibili.
Ci si arrangia, da bravi italiani, ma anche da bravi coreani, direi…
Le differenze linguistiche diventano comiche quando al mattino il cameriere dell’albergo ti chiede Would you like some coppee or tea? Già…il coppee…
Ai coreani manca la F (non ne esiste il suono…) pertanto non è peregrino sentirsi chiedere Where is PIPA oppice?
oppure Where are you prom? e nel momento in cui chiedi un’ indicazione, ti dicono che il posto che stai cercando è lì, dietro l’angolo, a lept.

Scovato un piccolo angolo di Italia anche qua: ristorante La Piazza. Aperto da meno di dieci giorni, ambiente elegante, gestione coreana e cuochi coreani. In sottofondo Pavarotti e alle pareti foto anni Cinquanta.
Qui cucinano solo pasta e pizza.
La pizza non è niente di trascendentale, se cercate Gennaro Esposito avete sbagliato indirizzo, ma gli spaghetti alle vongole che ho avuto la fortuna di mangiare valevano i 10500 Won spesi.
E’ la seconda volta che andiamo e siamo già clienti speciali.
Ci hanno offerto un bicchiere di vino e la frase che ci ha accolti mi ha fatto enorme piacere: “E’ bello rivedervi!”
L’arrivederci che ci ha accompagnato all’uscita è una dolce promessa.
Gamsa hamnida. Annyeong-hi gaseyo.*

*Grazie. Arrivederci.

Foto de Il Bradipo errante, Seoul, centro commerciale a Yongsan, 27 agosto 2007

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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2 Risposte

  1. tanogae ha detto:

    Spaghetti con le vongole, mamma e mandolino… Italiani, brava gente!!!

    Grazie ai tuoi auguri per mail, il buon Ross mi ha mandato un sms in cui ti ha definito “l’uomo dell’aglio”… Fantastico!!! This is a birthday!!!

  2. Keyser Soze ha detto:

    La Corea?
    Ma non è quel posto dove vive, ma dove soprattutto è monopolista nazionale, il parrucchiere di Capitan Harlock?
    Devo dire che l’argomento che più ha colpito la mia immaginazione, sai noi incalliti criminali ungheresi abbiamo certi chiodi fissi, è quello delle diafane fanciulle all’ombra di piccoli parasole da cocktail.
    A proposito di cocktail salutami Barney!!!