Bastardi vers.2.0*

Sì, vendetta, tremenda vendetta
Di quest’anima è solo desio…
Di punirti già l’ora s’affretta,
Che fatale per te suonerà.[…]
Dal Rigoletto, di Giuseppe Verdi (scena Ottava)

Prefazione.

Io a Brescia, sabato scorso, avrei voluto esserci.
Innanzitutto, perché, anche se pare strano a qualcuno, il dissenso lo si può ancora esprimere e poi perché gli insulti non sono proiettili e questa gente, qualche insulto se lo può anche prendere senza poi, durante e dopo, gridare allo scandalo.

Sono vent’anni che ogni volta che esce una sentenza sul loro padrone, i cani iniziano ad abbaiare.

Poi la sentenza va in prescrizione, che non vuol dire assoluzione, e i cani urlano che “la giustizia ha fatto il suo corso.”
Ma dato che il destino è cinico e baro e il loro padrone ne combina sempre una, viene fuori qualche nuovo processo, qualche nuovo scandalo e così, i cani che dormivano sul tappeto, si destano e riprendono ad abbaiare nelle piazze, riempiono le tv, per avere in cambio la crocchetta del momento.

Succede poi che qualcuno protesti e allora viene definito sovversivo, attentatore della democrazia, folle, visionario e antidemocratico. Invece, continuare ad attaccare la magistratura, è molto democratico, chic e soprattutto molto logico.

E i cani abbaiano.

Danielona è scatenata: del resto per parlare di mignotte, quale migliore esempio si può offrire agli altri cani sparsi per il paese.
Rotondi e il nanerottolo da giardino di Brunetta hanno il dono dell’ubiquità e il ministro degli Interni, quello allampanato con lo sguardo intelligente, beh, quello è salito direttamente sul palco della manifestazione: del resto è solo il ministro degli Interni, cosa volete che sia?

A questo proposito, vorrei dire due parole al mio partito.

Caro Pd, in queste settimane di profonda amarezza, non ho dimenticato tutte le sciocchezze che hai compiuto e alla quale ho dovuto assistere: io questo governo non l’ho votato, non lo voglio, mi fa schifo e mi fa schifo sapere che siamo al giogo del padrone e dei suoi cani, minacciati e tenuti sotto scacco tutti i santi giorni.
Ostaggi.
Ma ora, caro Pd, la storia ti regala un’altra opportunità.
Grande. Clamorosa. Unica. Irripetibile.
Non te lo voglio nemmeno dire, ma credo che tu, caro Pd, abbia capito di cosa io stia parlando.
Vorrebbe dire fare un favore a molti.

Vorrebbe dire che non siamo poi così male.

Vorrebbe dire, ripagare con una moneta ancora più pesante, l’affronto che il padrone dei cani, sta facendo al nostro paese. E a noi stessi.
Vorrebbe dire salvare la faccia con il tuo elettorato deluso.
Vorrebbe dire che l’etica e la morale, esistono e non si sono perse in qualche palazzotto pieno di cani e cagne pronti all’uopo.
Lo so, caro Pd, che non mi ascolterai.

Lo so già che anche stavolta sbaglierai.

Ma volevo dirtelo.
Sappi solo che come diceva Eduardo Galeano […] la porta sguarnita era un crimine imperdonabile, che esigeva un immediato castigo […]

E’ ora di segnare questo dannatissimo goal.

Vendichiamoci.
Perchè tutto questo, ce lo siamo meritati anche per colpa nostra: allora, per una volta, una volta sola, uso un termine che non mi piace, ma che desidero ardentemente.
Vendetta.
E non ci sono altri termini.
*(per completezza, leggere il primo post, Bastardi, del 12 marzo scorso)

 

 

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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