Bastardi

[…] È un cane senza testa,
povera bestia.
Davvero non si sa
ad abbaiare come fa.
La testa, si dice,
gliel’hanno mangiata…
Ma lui non si lamenta,
è un caro cucciolone,
scodinzola e fa festa
a tutte le persone.
Come mangia? Signori,
non stiamo ad indagare:
ci sono tante maniere
di tirare a campare.
Vivere senza testa
non è il peggio dei guai:
tanta gente ce l’ha
ma non l’adopera mai.
G.Rodari

Avete presente quando il padrone sta male e il cane non mangia?

Oppure quando il cane fa tutti i giorni la strada da casa all’ospedale dove è ricoverato il suo compagno di tante passeggiate?
Sono quelle storie sulle quali Studio Aperto realizza servizi strappalacrime per fare informazione.
Ecco cosa è successo ieri a Milano.

I cani hanno prima disobbedito al loro padrone e poi gli hanno portato ciabatte, giornale e telecomando.
Centocinquanta cani, belli ed eleganti, pronti a difendere il loro padrone, sui gradini del tribunale di Milano.
 
Coerenti con la loro storia di delinquenti prezzolati, mignotte di ogni genere sia nella versione con i tacchi a spillo che in quella di senatore siciliano con piazza sulla testa, tanto per citarne gli esempi più fulgidi.

Erano bellissimi mentre cantavano l’Inno di Mameli.

Era bella anche Michaela Biancofiore mentre raccontava, a noi poveri coglioni, che Ruby era veramente la nipote di Mubarak.
Che bello, poi, Angelino Alfano in versione difensore di tutto: del loro leader, del loro presidente, della pizza napoletana, di Forza Italia, del Pdl, del cardo gobbo di Nizza Monferrato, della loro storia, delle melanzane alla parmigiana, della democrazia di questo paese, delle istituzioni repubblicane e chi più ne ha più ne metta.
Facevano ribrezzo mentre chiedevano giustizia per il loro padrone.
Ribrezzo sì, perchè schifo è un termine che non riassume appieno, la realtà di quanto si è visto ieri a Milano.

I cani chiedono giustizia contro l’accanimento di questa magistratura comunista colpevole di voler incastrare un uomo che tanto ha fatto per questo paese, l’uomo più votato di questi ultimi vent’anni.

Poi hanno preso a minacciare, come fanno i disperati.
E così, dopo un primo monito “Potremo non partecipare alle prime sedute del parlamento perchè quello che accade è contro i principi della democrazia”, si sono spostati sul terreno minato del rapporto con le istituzioni e hanno tirato per la giacchetta il Capo dello Stato: ovvero hanno fatto quello di cui si sono lamentati per anni.

Quindi i cani, sciolti e disperati, hanno invocato il caos nella malaugurata ipotesi che i processi aperti per il loro padrone, non vengano sospesi.

Ora mi chiedo.

Invece di disubbidire adesso, non era forse il caso di disubbidire quando al parlamento arrivò la questione Ruby e loro, da bravi e ubbidienti cani, respinsero con forza le accuse mosse al loro amato padrone?

Tragico e surreale il tengo famiglia italico prosegue nel suo iter di immondizia reiterata, disprezzo delle regole sociali, giuridiche e di buon senso.

Il tutto mentre le televisioni del padrone regalavano ad altri cani, assolutamente inconsapevoli di nulla, l’osso quotidiano, quello che da circa vent’anni li ipnotizza, li blandisce e li consola.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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