Canto di Natale

Buon Compleanno Gesù Cristo

Come ogni anno, arriva e non c’è una sola possibilità di evitarlo. 
Coinvolgente come un film di lars Von Trier, devastante come un comizio di Salvini, divertente come una battuta di Pieraccioni.
E io incredulo, ne vengo completamente travolto.
Si parte da un “pensiamo ai regali di Natale”. E siamo ad agosto.
La risposta, ovviamente, è “Forse è un filo presto, ma se abbiamo qualche idea…” – dove l’abbiamo è da leggere alla seconda persona singolare (hai).

Poi una mattina ti svegli e manca un mese a Natale. Pensi che ci sia tutto il tempo per decidere cosa regalare e addirittura cosa cucinare per il terribile trittico natalizio: già perché non tutti possono comprendere cosa voglia dire 24 cena, 25 pranzo+cena, 26 cena.
Only the brave. Only-the-brave.

Il tempo passa, tu continui a dire c’è tempo. C’è tempo però gli altri intorno a te con irrisoria sicurezza pronunciano frasi tipo: “Mancano giusto due pensierini, ma il grosso è fatto.”
Robe che ti fanno pensare: “Ma quando avete il tempo di fare tutto? Se nel frattempo leggete cinquemila libri, andate al cinema, lavorate…eccetera, eccetera, eccetera…”

Capisci che è tardi quando perdi la cognizione del tempo.
Non sai che giorno è il 25. Non sai se è domenica, lunedì, mercoledì.

Poco importa. Oramai è tardi.
La tua irrimediabile allergia verso il Natale ti fa dimenticare le cose più semplici. Non riesci minimamente a comprendere che oramai il tempo stringe. 
Ma il vortice ti ha inghiottito. Sei fatto.
Devi anche pensare a cosa cucinare, cosa comperare, quando fare la spesa.

Oggi è il 24 dicembre. Ieri Eddie Vedder ha compiuto 50 anni. Ciò vuol dire, che presto ne compirò 40.
Non è proprio il miglior pensiero possibile. 
Non sono più il bambino che sognava il Natale e contava i giorni che lo separavano dal giorno più atteso dell’anno.
Sono il padre angosciato alle prese con i capriccetti di un piccolo ometto di nemmeno tre anni.
Sono il compagno innamorato di una ragazza che assomiglia sempre di più ad una donna.
Lei è come il vino che non beve e non berrà mai.
Stare con lei è come sorseggiare un bicchiere di ottimo Barolo.

Nel frattempo sono anche il figlio che vede i suoi genitori invecchiare. 

E anche quest’anno avrei voluto scrivere un Canto di Natale diverso, magari più bello e migliore di questo. 
Un Canto di Natale che mi restituisca la fanciullezza. Un Canto di Natale che mi faccia ricordare che in fondo non è poi tutto così malaccio.
Solo che poi Natale passa e restano solo le barchette con la gelatina, quelle che nessuno mangia ma che ogni anno si comperano e non sai perché dato che fanno schifo a tutti e costano pure un patrimonio.
Passa Natale e inizi a fare quegli stucchevoli bilanci dell’anno passato, mentre altre barchette con salsa rosa gamberi e gelatina affollano il tuo frigo fino ai primi giorni del nuovo anno.

E allora che fare? Non lo so. Non saprei neanche raccontarvi una roba diversa quella che vi ho scritto.
Subire il Natale e patirne gli effetti come una barca in una tempesta.
Una piccola barca in balia degli eventi.
Siano essi salsa rosa, gambero o peggio gelatina.

 

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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