Due

Due uomini sono seduti all’interno di una vecchia auto.
Stesso viso rotondo, stesso taglio degli occhi, stessa espressione.

Occhiali, capelli radi e stessa corporatura.

Si assomigliano molto. Hanno più o meno la stessa, ormai non più verde, età. Sono fratelli. Il più vecchio non parla e guarda fisso il volante. Il più giovane guarda fuori dall’auto.

Hanno attraversato le loro vite guardando spesso fuori da un finestrino. Quello di un tram, quando ritornavano a casa dalle loro scorribande notturne. Quello di un auto, per tutti i chilometri percorsi e guidati. Quello di un treno, di ritorno dalla loro terra natia. Non si parlano da tempo, a causa di un malinteso. Questa sembra essere la resa dei conti. Imbarazzati e silenziosi, non si degnano di uno sguardo.

Sempre divisi, anche se a pochi chilometri di distanza, si sono incontrati per sancire il nulla. Hanno deciso di non chiarirsi. L’incontro era un pretesto per vedersi, ma nessuno vuole affrontare il problema, cancellare questo empasse e ripartire. Un litigio da ragazzini, come le discussioni di mezzo secolo fa.

Niente da fare. Niente da dirsi.

Il più giovane scende dall’auto. Il più vecchio mette in moto e parte.

——-

Seduti sulla panchina di un parco.

Un uomo e una donna. Sono amanti.

Non sanno ancora come evolverà la loro storia d’amore. Possono immaginarlo.

Si sono voluti e amati. Si sono cercati, persi, ritrovati, allontanati.

Si vogliono ancora.  Questa sembra essere la resa dei conti.

Lui si è spinto oltre ogni limite.

Lei ha paura del suo passato, odia il presente, teme il futuro.

Lui è pronto ad andare ancora oltre.

Lei è spaventata da qualunque ipotesi.

L’assenza e la lontananza la uccidono.

Il tempo trascorso insieme la intimidisce e la allontana dalla realtà, come se stesse vivendo un altro momento.

Si vogliono ancora. Non sanno di saperlo, ma è così. Si guardano in silenzio. Occhi negli occhi.

———-

Una stanza vuota.

Seduta al centro della stanza, una giovane donna sta piangendo.

La casa in cui vivevano lei e sua sorella da oggi, per metà, è vuota.

“Ci si vede. Ciao. “

Si sono salutate così, con poche parole e un arrivederci che ha il sapore di un addio.

Un malinteso non chiarito. Sentimenti repressi. Parole non dette.

Il loro mondo chiuso in quelle quattro mura, ora è solo un ricordo.

Il bicchiere, souvenir del brindisi di addio, tra le mani, qualche lacrima che bagna il suo viso mentre cala il buio della sera.

La donna si alza, attraversa la stanza e chiude la porta.

Dietro di lei il suo destino, il suo rimorso e i suoi rimpianti.

Il momento delle decisioni.

Il momento dei chiarimenti.

Il momento della verità.

Il momento di gestire l’orgoglio per conquistare una donna, riconciliarsi con un fratello o una sorella.

Basterebbe poco. Pochissimo.

O forse molto. Moltissimo.

Dipende tutto da noi stessi.

Siamo responsabili di ciò che diciamo, ma anche di ciò che scegliamo di non dire.

Cosa siamo disposti ad accettare? Cosa siamo disposti a fare ancora?

Tormentati, delusi, combattuti, sconfitti o vincitori.

Basta poco. Basta una parola.

Forse due.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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