Gli Eroi di Glasgow e…di Modane

Il racconto minuto per minuto del viaggio omerico degli Eroi di Glasgow.

Gigio, il Bradipo e Gianluca: un tridente per la vittoria in terra scozzese.
Capitolo I – L’andata, ovvero Win the best!
Spinti dall’amore per la Nostra Nazionale partiamo per Glasgow.
6 del mattino di venerdì 16 novembre partenza per Parigi.
Scalo “tecnico” all’aeroporto Charles de Gaulle e viaggio in taxi (causa sciopero dei trasporti pubblici) fino al piccolo e sconosciuto (anche al nostro taxista) aeroporto di Parigi Beauvais-Tillè.
Il grido di battaglia, di fantozziana memoria, WIN THE BEST! ci accompagna.

Capitolo II – L’affronto di Beauvais.
Controllo passaporti e check-in.
Il Bradipo passa senza contrattempi.
Gianluca passa ma dopo una perquisizione dei suoi effetti personali.
Gigio no. Gigio paga dazio.
Gigio è reo di indossare la sciarpa con la scritta Forza Azzurri, il tricolore e le stelle di campioni del Mondo.
Gli sequestrano dentifricio e bagnoschiuma: da quel momento, non sarà più lo stesso.
Da quel momento la Francia, i francesi e qualsiasi cosa abbia un minimo di relazione con essi, saranno l’oggetto delle sue ire.
Sui libri di scuola, un giorno, si parlerà del Congresso di Vienna e dell’Affronto di Beauvais.

Capitolo III – Finalmente Glasgow.
Atterriamo sul suolo scozzese. Entriamo in contatto con il primo di una lunga serie di personaggi che segneranno questa tre giorni.
Shep, scozzese, lavora in Francia e torna a Glasgow per la partita.
Accompagna un collega di Udine e gentilmente ci mostra la strada per il treno che porta in città.
Sulla banchina della stazione armeggia nella sua borsa e tira fuori una fiaschetta di metallo: “Welcome in Scotland!” dice- mentre tracanna un sorso di Talisker, un whisky made in Scotland e precisamente nella piovosissima Isola di Skye.
Si gira verso di me e mi offre la fiaschetta. Da quel momento, anch’io, non sarò più lo stesso.
Da quel momento, tutti e tre, abbiamo capito che la trasferta sarebbe stata propizia.
Shep è convinto che vinceranno la partita. Che noi, i campioni del mondo, torneremo a casa con le pive nel sacco.
Teniamo un basso profilo e ci rechiamo in hotel, non prima di aver ammirato il paesaggio lunare del mare scozzese, il verde acceso della campagna piena di pecore e angus e del tramonto più arancione che si sia mai visto.

Capitolo IV – La notte è piccola.
Siamo stanchi. Ma Glasgow ci attende e siamo affamati.
Sauchiehaugh pub. Mangiamo e beviamo a sazietà.
L’atmosfera è delle migliori.
Le persone sono gentili, ci fermano, hanno voglia di parlare di calcio.
Ci augurano buona fortuna. Sarà così per tutto il weekend.
Lezione di sportività che non dimenticheremo.

Capitolo V – De Gigi pensiero.
“Noi italiani siamo fatti così. Il genio di Michelangelo e la furbizia di Al Capone.”
Ovvero, ecco l’italico modo di interpretare il calcio.

Capitolo VI – L’ultrà e il tifoso.
Si inizia ad avere la percezione che qui la sportività è una regola.
Per strada ogni passo è accompagnato da un saluto, da una stretta di mano, da un in bocca al lupo, dai complimenti ai campioni del mondo.
La pressione è tanta. Loro sanno di essere ad un passo dalla storica qualificazione.
Noi non abbiamo mai vinto qua.
Inevitabile pensare che adesso siamo tutti amici, ma dopo il match?
E se vince l’Italia? Che succede?
Ci tranquilizzano. Non succede niente di male.
La gente ci beve sopra, piange, ci ri-beve su e ci scherza. Rispettando gli avversari.
Noi abbiamo negli occhi gli incidenti della domenica di campionato e tutto questo rispetto ci sembra strano, molto più strano di centinaia di uomini che indossano il kilt.
Proud to be Scottish. Fantastici.
Radio Capital ci intervista e il Bradipo azzecca il pronostico.
Risultato? 2-1 per noi. Giocatore decisivo? Luca Toni.
Il Bradipo è spavaldo.
Gigio e Gianluca dicono pareggio e indicano in Buffon l’uomo decisivo.
Difensivisti. Sono venuti qui per il pareggio. Vergogna!

Capitolo VII – Hampden Park, il Napoletano e Juan Carlos.
Fuori dallo stadio una pioggerellina insistente inzuppa le nostre bandiere.
Gianluca è scatenato. Ad ogni piè sospinto incontra un sardo e inizia a parlare dell’isola.
Incontriamo compaesani provenienti da tutte le parti d’Italia.
E inevitabilmente incontriamo delle teste di c…. Partono cori di scherno verso la polizia, cori che chiedono la libertà per gli ultrà…
Sono pochi e sono isolati. L’urlo di un fiorentino rompe il disagio: “LIBERTAAAAAA PER LA FI(C)AAAAAAAAAA!!!!!!!”
E poi la magia. Si apre la porta al tempio di Hampden. Bradipo primo, Gianluca secondo, Gigio attardato a bere whisky nelle retrovie del gruppo. Appena arrivato urla WIN THE BEST! E via che si va.
Settore A3, fila SS (sigh!), posti 34-35-36.
Visuale buona. Niente da dire.
Appena dentro facciamo partire un paio di cori di incitamento.
La compagnia è discreta se non fosse per un gruppetto di ragazzi napoletani.
Inni nazionali. Gli scozzesi ascoltano in silenzio e poi applaudono.
Siamo pronti a sentire Flower of Scotland, ma uno dei napoletani pensa bene di insultare due giovanissimi scozzesi, urlandogli in faccia le peggio cose. I ragazzi scozzesi vanno via delusi.
Inizia il match. Pronti via, gol!
Delirio per il tocco vincente, sotto la nostra curva, di Luca Toni.
Il match prende una buona piega, ma il Napoletano non ne vuole sapere di godersi la partita e inizia il suo show personale.
Decide di stare in piedi sul seggiolino (si badi che tutti noi, tranne in occasione di azioni pericolose, eravamo seduti).
I ragazzi di Verona alle sue spalle gli chiedono cortesemente di sedersi e lui gentilmente li manda a fare in c….
Verona-Napoli. Il Napoletano insiste e inizia a insultare madri, sorelle, padri, nipoti fino alla terza-quarta generazione, finchè il più paziente dei veronesi non decide di fargli capire l’unica cosa che una testa di c…. simile, può capire. Ovvero, la violenza.
Lo invita ad avvicinarsi e poi gli sferra un cazzotto. Attimi di incertezza, i due vengono divisi e il Napoletano mette il carico di briscola. Sputo in faccia e 1-1.
Credeteci, parlo a nome mio e di Gianluca, in quei minuti lo spettacolo in campo era oscurato da questo schifo.
Ma le cose cambiano. Il Napoletano vero cuor di Leone si allontana sacramentando, un po’ come quelli che dicono “Mi tenevano altrimenti…” Altrimenti cosa? Altrimenti ne prendevi altre…
Torniamo a noi. Esultanza per il gol. Sacramenti per la rete sbagliata da Camoranesi. Sacramenti verso l’arbitro che annulla un gol a Di Natale ricevendo ogni sorta di improperio soprattutto dal buon Gigio che si rende autore dell’insulto più bello della serata.
Arbitra Mejuto Gonzales, Spagna.
Gigio: “Sei un cornuto. Vaffan…. tu e Juan Carlos (il re!)!”
Il nostro spicchio ride per il strordinario intervento della nostra punta di diamante.
Il match si fa aspro e arriva il pareggio scozzese. E’ una lotta, abbiamo paura, ma Panucci mette a posto le cose.
Da qui in avanti la notte ci inghiotte, tra sorsi di birra per strada dove continua la grande sportività, la simpatia per l’ospite, con la speranza (vana) di vedere gli inglesi fuori dalla competizione.

Capitolo VIII – A Paris…Camminata Jean Gabin…
Atterrati a Beauvais, trasportati a Parigi da un bus-navetta, arriviamo a Parigi.
Freddo cane. Una coppia di ragazzi romani si aggrega a noi per raggiungere la metropolitana.
Sono in due e hanno tre valigie. Staranno 3 giorni a Disneyland.
L’entusiasmo del ragazzo è pari a quello che potrebbe avere la vittima di Hannibal Lecter.
Lei lo bacchetta a ogni piè sospinto, anzi direi a ogni valigia sospinta, visto che lei è in vacanza, mentre lui fa il portantino.
Li salutiamo e arriviamo a Gare de Lyon. Le nostre sciarpe attirano l’attenzione.
Vogliamo provocare e ci riusciamo. Ci danno dei mafiosi, dei ladri e per finire ci accusano di aver comprato l’arbitro della sera precedente.
Vabbè. L’Equipe ci dice Grazie mille e poi ricorda che nel loro girone si sono qualificate Francia e Italia (secondo loro in questo rigoroso ordine…).
La punta di diamante regala perle. “Ragazzi volete un caffè?” poi si gira verso la ragazza del bar e le chiede “Duà cafè!”
Gianluca rincara la dose e chiede “Por favor!”
Restiamo nel freddo di Gare de Lyon per circa cinque ore. Poi arriva il nostro treno.
E questo è l’inizio della fine.

Capitolo IX – Gli eroi di Modane
Francia in sciopero. Treni cancellati e l’unico treno per l’Italia, ne sostituisce quattro.
La situazione è la seguente. Riusciamo a prendere tre posti e li difendiamo con onore, strenuamente, fino all’ultimo.
La furbizia di Al Capone e il genio di Michelangelo, no?
A chi arriva brandendo la sua prenotazione rispondiamo cortesemente che non valgono, perchè così ci è stato detto dagli addetti delle Ferrovie. Una mezza verità, perchè la nostra prenotazione, buona come il pane, è andata a farsi friggere nello sciopero ad ad oltranza e come la nostra, tante altre.
Il viaggio è tranquillo. Ma come nel migliore dei thriller, ecco il fattaccio.
25 km da Modane. Il treno si ferma. Ore 20. La sosta diventa lunga e serpeggia il malumore.
Prime avvisaglie. Il capotreno adduce motivazioni confuse.
La punta di diamante freme. Poi arrivano le motivazioni ufficiali.
“Guasto tecnico. Ritardo di almeno 3-4 ore.”
Bar del treno preso d’assalto. Scorte finite. Buio a tratti. Inizia a fare freddo.
Il bambino della fila dietro di noi inizia a rompere le scatole.
Gigi non ne può più e inizia a fargli la Supercazzola. Il bambino ci casca puntualmente e noi ridiamo.
Siamo devastati. E iniziamo ad intonare cori contro il capotreno. Notizia ufficiale. “Ci traineranno fino a Modane dove riceverete viveri e da dove verrete portati a destinazione in autobus che partiranno all’1 dalla stazione di Modane.”
Scendiamo a Modane, freddo bestiale. La neve ovunque. Il ghiaccio ovunque.
Arrivano i bus. Assalto alla diligenza e arrivo al Frejus.
Prima dell’ingresso in territorio italiano, perquisizione dei gendarmi che salgono sul bus.
Gianluca ha la sciarpa al collo. Documenti. La ragazza a fianco a lui viene costretta a scendere per un controllo bagagli che sa tanto di beffa.
Stazione di Torino Porta Susa. Ore 3.
Siamo in piedi dalle 4. Ci abbracciamo, sicuri che ne sia valsa la pena.
Eroi di Glasgow, eroi di Modane.

Foto de Anonimo. Modane, treno in panne. Prima dei soccorsi, incappucciati.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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