Have you seen my shoes, honey?*

Get up early in the morning tante cose nun te 'e scuorde cchiù lascia sta 'a nustalgia so' fatte d'a vita mia...  Pino Daniele, Have you seen my shoes, dall'album Vai Mo' (1981)

Get up early in the morning
tante cose nun te ‘e scuorde cchiù
lascia sta ‘a nustalgia
so’ fatte d’a vita mia…
Pino Daniele, Have you seen my shoes, dall’album Vai Mo’ (1981)

Giusto per farvi capire come sto. La pausa pranzo, mi pesa.

Non ho voglia di stare in compagnia e da qualche giorno mangio davanti al monitor del mio pc…mi porto il cibo da casa.

La cosa ha i suoi lati positivi anche se è una di quelle cose da nerd che proprio non sopporto.

Non staccare nemmeno per un istante, proprio no…non me lo merito.

Nel maggio più piovoso a memoria di uomo – non ha piovuto giusto alla commemorazione di Superga e questa è una notizia – la mia allergia da polline è stata inibita dalle precipitazioni tropicali di questo mese assurdo.

Sempre lungo, lunghissimo, questo mese di maggio. Sempre lì, enorme spartiacque dell’anno: maggio, sempre faticosamente, maggio.

Ho abbandonato la bici in garage. E non è colpa della pioggia, ma della mia pigrizia. Ho un braccio dolorante. Il destro. Ed è un dolore piacevole. Ho buttato via le mie vecchie Adidas bianche, inseparabili compagne di tante passeggiate.

Comode, sensibili, delicate – per via del loro colore -ma oramai allo stremo delle forze, al tramonto dei loro giorni. La punta mezza aperta, il tallone mordicchiato, le rughe sulla tomaia, la suola consumata, la soletta scollata.

Oggi ho avuto il coraggio di mandarle in pensione, ma non me la sono sentita di portarle all’ospizio degli indumenti. Le comprai a Monaco di Baviera nel 2006, ero lì per i Mondiali. Cifra modica e rimborso per il riciclo della scatola, lasciata al negozio.

E in questo maggio che volge al termine mentre si va a ripetere la classica litania calcistica per eccellenza, mi godo spazi minimi di piacere come le note dei Weather report che mi accompagnano verso casa.
Sono le ventitre e trenta di un freddo venerdì di maggio e sto uscendo dal mio ufficio.

Recupero l’automobile con due cacche di piccione sui vetri, fa freddo come nemmeno a febbraio.

Non ho voglia di guidare, vorrei essere su Marte, in mutande, con una birra in mano, sdraiato a non fare un cazzo.
Effettivamente, in mutande con una birra in mano ci starei anche a Poirino.

Fortuna domani piove.

*Pino Daniele, Have you seen my shoes, dall’album Vai Mo’ (1981)

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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