I cechi non sorridono mai…_2ª parte

Guida rapida ed essenziale alla conoscenza della città di Ostrava con piccola divagazione sui Mondiali giovanili di atletica

Nei piedi scarpe che camminan di fretta
capelli tinti per parlare di rock…Luca Carboni*

De perduta gioventù.

Ti fa sentire giovane l’aria (fredda) che si respira ai Mondiali junior di atletica.
Forse perché provi un misto di ammirazione e invidia nel pensare che quel ragazzo di quasi diciassette anni, un giorno, sarà il futuro Sebastian Coe o che quella ragazza che sta per saltare nel lungo, sarà la futura Heike Drechsler.
Ammirazione e invidia. Certo.

Il primo pensiero è rivolto ai sacrifici. Alle difficoltà, agli allenamenti estenuanti, ai limiti raggiunti, a quelli superati e a quelli da superare.
Citius!, Altius!, Fortius!
Più veloce! Più in alto! Più forte!
Anche per il ragazzo delle Is. Samoa (Americane) che nella batteria dei 100 piani arriva ultimo, con il tempo di 14.86, a più di quattro secondi dal primo, vale il motto olimpico.
La sua presenza è certamente folkloristica, ma quanta fierezza!
Folklore come quello della ragazza egiziana che lancia il martello: chador che gli fascia il volto e pantaloni lunghi a coprire le caviglie.
E’ venuta fino ad Ostrava sapendo che la sua gara sarebbe finita dopo i tre tentativi di qualificazione.

C’è un mondo che vince nonostante i propri limiti. Ed è un mondo bello. Da vedere e da raccontare.

Poi c’è l’Italia. L’Italietta. L’Italia in miniatura.
Sono ragazzi e si faranno…dicono i tecnici.
Sarà. In tanto qui si fanno notare più per il loro atteggiamento da star (?) più che per la voglia e le capacità.
Sarà. Però il dubbio resta quando penso che solo l’allenamento non basta. Che non bastano i sacrifici.
Ci vuole qualcosa in più.
Sarà, ma più che ai Mondiali di atletica sembrano venuti qua in gita.
Sarà, ma chi semina vento raccoglie tempesta e per il momento i nostri ragazzi sono caricature di atleti.

Piccoli uomini e piccole donne, stavolta, non cresceranno.
Spero di sbagliarmi…
*Li vedi. Dall’album …E intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film (1987)
Foto de Il Bradipo errante, Ostrava,
Il biondissimo finnico Tuomas Laaksonen, 17 anni, vincitore della medaglia d’oro nel lancio del giavellotto con la misura di 79.71 metri

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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1 Risposta

  1. gae ha detto:

    Minchia che nervi!! Leggere che tu dai nuova linfa ad un luogo comune molto comune fuori dai confini italici può voler dire solo due cose: o ti sei rincoglionito oppure è vero.

    Propendo per la seconda. Minchia che nervi…!