Il tuo problema Grillo

Non sempre ciò che vien dopo è progresso.
Alessandro Manzoni
Sono le 00.41 di un martedì lavorativo.
Ho appena finito di inviare i report al mio cliente, il Malaga ha appena buttato al cesso una storica semifinale di Champions.
Mentre tornavo a casa ho telefonato ad un amico un po’ in difficoltà: mi piace parlare al telefono mentre guido.
Ho solo voglia di tornare a casa ma mentre sto entrando in garage, scopro di avere un problema Grillo.
Anzi, per dirla tutta, il tuo problema Grillo.
Oh cazzo.
Di tutti i miei problemi ero a conoscenza, ma il tuo problema Grillo risuona nuovo e sinistro nelle mie orecchie.
Ho scoperto di avere il tuo problema Grillo attraverso un social network.
Visto che me lo hanno detto via internet, ci credo.
Dalla rete non può arrivare altro che verità.
Eravamo lì, impantanati in un botta e risposta sulla situazione italiana, quand’ecco…tac!
Il tuo problema Grillo.
Me lo ha detto una cittadina che lo ha votato, una forte. Bella decisa.
Beata lei, che è così decisa, io non riesco nemmeno a decidere che strada fare per andare in ufficio, figuriamoci se riesco a fare miei gli imperativi categorici.
È quasi l’una del mattino e allora provo a individuare le dinamiche per cui il tuo problema Grillo, sia veramente un mio problema.
Oddio, ma cosa ho fatto di male per meritarmi anche questo?
Non bastava l’irpef?
Non bastava la rata dell’automobile?
Non bastava tifare una squadra con un presidente talmente taccagno che Paperon de’ Paperoni gli fa un baffo?
Non bastava non vedere più film d’autore?
Non bastava stare dalla parte politica più in difficoltà di sempre?
Non bastava vivere in un paese morente?
No, cazzo. Adesso ho pure il tuo problema Grillo. Madonna santa.
Ma non capisco.
Io non ho votato per Grillo. Come mai adesso è diventato un mio problema?
Oh mamma.
Non riesco ad addormentarmi.
Provo a contare i disegni di legge proposti dal m5s fino ad oggi…uno, due e tre. Stop. (un po’ pochini…)
Come cavolo faccio ad addormentarmi?
Ah, ecco. Potrei provare a contare i voti di Casaleggio quando si candidò a Settimo Vittone in una lista con Forza Italia nel 2004…uno, due, tre, quattro, cinque, sei…(cazzo sei voti!)
Niente, non ce la posso fare.
Mi alzo e bevo un bicchiere d’acqua.
Il tuo problema Grillo, Il tuo problema Grillo…sembra un mantra mentre lo ripeto ed è più forte di me, perché non capisco in che misura sia un mio problema.
Allora provo a tornare a letto.
Il tuo problema Grillo è lì scritto sul muro della camera da letto.
Poi mi stropiccio gli occhi e per fortuna è solo una allucinazione.
Meno male, sarei un cretino a scrivere una roba del genere su una parete.
Però quelle parole suonano veramente minacciose.
Sono parole di chi, deluso, ha creduto nel cambiamento.
E ho capito. Ma dove sta scritto che un cambiamento sia per forza positivo?
Le cose si possono anche prevedere mica per forza bisogna provarle.
Continuo a rigirarmi nel letto.
Che cosa ho fatto di così grave per meritarmi una notte insonne?
Eureka!
Ecco cosa è successo! Ho fatto una domanda.
La mia interlocutrice ha provato a rispondermi ma non mi ha convinto del tutto.
Voce grillina: Allora il tuo problema Grillo continua ad esistere?
Io: Oddio, forse il mio problema Berlusconi si è trasformato in un tuo problema Grillo? Occazzo. Ho chiuso gli occhi un momento e siamo passati da un problema all’altro.
Voce grillina: Ahhhhhhhhhhhhhh…ecco! Allora lo ammetti che hai un problema Grillo!?
Io: A voi del m5s non vi si può nascondere un cazzo, eh? Posso fare una domanda?
Voce grillina: No.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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