Impiegato

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Quando parlo del mio lavoro mi sento come Troisi nel film Ricomincio da tre.

Avete presente la misantropia? Ecco, non che ne soffra sempre ma ci sono situazioni in cui, no…proprio non si può spiegare la rava e la fava al primo che mi capita a tiro.
Ma soprattutto, avete idea di quanto sia difficile spiegare qualcosa che non avete più voglia di spiegare?
Prendete il mio lavoro. Chi sa di cosa mi occupo parte avvantaggiato nella lettura di questo post.

Per chi non lo sa, premetto che in questo post si accennerà appena al lavoro che svolgo, quindi se lo leggete per la curiosità di sapere cosa faccio, potreste rimanere delusi.

Partiamo. Se siete falegnami, insegnanti, salumieri…non ci sarà niente di più semplice che spiegare il vostro lavoro.
Io lavoro per una compagnia che si occupa (tra le altre cose, ma principalmente) di servizi per il calcio: raccogliamo statistiche, gestiamo i siti delle maggiori federazioni calcistiche internazionali, creiamo le grafiche che vedete in tv durante le partite di Champions, Mondiali, Europei e molto, moltissimo altro ancora.
Per uno appassionato come me, questo è il massimo e ricordo con piacere un tempo in cui spiegavo volentieri il mio lavoro (“Sai, sto in tribuna, raccolgo le statistiche…”) alle persone che mi chiedevano la più semplice (e tragica) delle domande: tu, che lavoro fai?

La situazione la conoscete. Siete ad una cena in piedi, ad un aperitivo, o ad una festa.
Avete un bicchiere da una parte e un piatto nell’altra. Si chiacchiera del più e del meno e poi arriva la fatidica domanda.
Dopo aver risposto e spiegato a chiunque in cosa consiste(va) il mio lavoro, adesso non ho più la pazienza necessaria per esaudire le curiosità di uno che probabilmente non rivedrò mai più nella vita.

Ma la cosa peggiore è quello che accade(va) quando dicevo: “Sai…lavoro per la Champions.” e il mio interlocutore rilanciava deciso e sicuro come un tackle scivolato di Gennaro Gattuso: “Ah, fai il giornalista…”.
“Ecco, no. noi forniamo servizi per i giornalisti e le tv.”
Ci ho provato mille volte a spiegare in cosa consistesse, ma quello non è il luogo deputato, non è il momento… dai beviamoci una cosa, facciamoci due risate, parliamo di altro, ma no.
L’interlocutore mi trafiggeva con l’ennesimo dardo infuocato:”Ah, quindi lavori per Sky?”.

“No, lavoriamo per tutte le televisioni. Non solo quelle italiane.”
Niente da fare, oramai il gorgo diventava vorticoso e inghiottiva qualunque cosa e qualunque argomento. L’interlocutore oramai le provava tutte, come un assedio al 95′ con quei traversoni dalla trequarti campo, se comprendete la metafora…
“Ah, quindi non lavori solo per la Rai. Ma anche per Sky. E Mediaset? Mediaset no??”.

Arrivati a questo punto, dopo anni di spiegazioni più o meno dettagliate adesso, quando sono ad una festa, ad un aperitivo, una cena, cerco di evitare la parola lavoro ma non c’è niente da fare, la gente sembra ossessionata dal lavoro e inevitabilmente qualcuno fa la domanda: “Ma tu che lavoro fai?”
Nessun problema, ho raggiunto lo zen, il nirvana. Getto lo sguardo altrove, sorseggio dal bicchiere, creo anche una aspettativa nel mio interlocutore e poi con distratta nonchalance dico: “Impiegato.”
Lo sguardo del nostro nuovo amico tradirà un certo imbarazzo (“Ma come impiegato?”) ma lui non si accontenterà di questa breve descrizione generica e vi incalzerà: “Impiegato in cosa?”.
E allora, senza dubbio alcuno, senza perdere tempo, ecco la parola magica: “Informatico”.
La risposta sarà molto deludente e quella pruriginosa curiosità morirà annegata in un semplice bisillabo: “Ah, informatico”.
(I casi variano a seconda dell’enfasi che il nostro amico/a gli vorranno dare)
Sarete scambiati per un nerd, da cui è stato estrapolato il segg. teorema.

Teorema di Nerd
Dato un uomo/donna curiosi che riceveranno una risposta noiosa otterrete una variabile che chiameremo Curva di nonciocazzi che restituirà al vostro interlocutore, la vostra svogliatezza e creerà attorno a voi un alone di noia.
Il rischio (calcolato) è che per il resto della serata non veniate cacati nemmeno di pezza.
Attenzione. Quando rispondete “Impiegato. Informatico.” Fate attenzione che non arrivi il vostro amico/a che sa che cavolo di lavoro fate. 

Altrimenti il Teorema non può essere dimostrato.

Qui di seguito, altri teoremi che sono riuscito a dimostrare nel corso degli anni.

Teorema di Marianella*
Certe volte però la solita tiritera di domande sarà a cura da uno molto più infognato di voi . Uno che segue anche il campionato guatemalteco e che inevitabilmente si relazionerà così.

“E tu che lavoro fai?”
“Lavoro per una società che si occupa di servizi per il calcio.”
“Per il calcio? No, scusa, ma che figata!”
“Beh, sì. Se ti piace il calcio…”
“Se mi piace? L’hai vista Uzbekistan-San Marino?”
“Beh, io no, ma comunque c’era un mio collega lì…”

“Non ci posso credere. Che figata. Tre a zero per l’Uzbekistan, poi San Marino ha fatto un tiro…” e così, via.
Se avrete voglia di farvi tirare in mezzo non vi mollerà mai e per tutta la sera non farà altro che chiedere, chiedere, chiedere: ricorderete assieme i marcatori del turno preliminare di Coppa UEFA del 1985  e alle due del mattino, vi scongiurerà di dargli la mail in modo che lui possa mandare un curriculum vitae.

Teorema Curiosity Killed the Cat
Questo è uno dei casi peggiori. Dato un interlocutore fottutamente curioso ma assolutamente ignorante sulla materia (calcio), il suddetto vi martellerà su tutte le possibili scemenze che gli vengono in mente: “Ah, quindi usate i mac?” – “Ma quindi tutto wireless?” – “Ma il regista con cui parlate, parla italiano?” – “Il programma che usate si trova in vendita?” – 
Non sarà facile liberarsene.

Il Teorema di Rigoletto
Meglio conosciuto come V per Vendetta, è l’unico e solo Teorema che va a vantaggio di chi subisce il Terzo grado.

Dato un interlocutore che si palesa subito: “A me il calcio fa schifo” allora la vostra vendetta consisterà nell’incentrare tutta la serata sull’argomento calcio. E più l’interlocutore sarà schifato dal calcio, più l’argomento dovrà essere approfondito.
Il risultato? Vi libererete dagli snob.
E hai detto niente.

In soldoni, mentre con gli amici potrete cavarvela con un “E’ troppo difficile da spiegare” o un più pragmatico “Non ho cazzi di spiegare il mio lavoro”, con gli estranei sarete costretti a mettere in pratica i Teoremi elencati.
Non c’è via di scampo.
E comunque, no. Non lavoro per sky. O meglio, forniamo le grafiche anche a loro…

*Dato un grande appassionato di calcio, enciclopedico e infognato, il tempo dedicato a chiacchierare con altre persone anche più interessanti è direttamente proporzionale alla possibilità che un idraulico esca con una topmodel.

 

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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