Innocenti evasioni

In due giorni credo di aver visto e sentito un repertorio di banalità e puttanate che poco hanno a che vedere con la solidarietà sociale e la democrazia.

Domenica ho votato alle primarie del Pd. Ne ho sentite di tutti i colori.
Fasulle. Inutili. Due euro buttati (ps. non pago, sono iscritto, quindi con me evitate questa strumentale e monumentale cagata. Ndr). 
Si sapeva già come sarebbe andata a finire. Vi fate prendere per il culo. Eccetera, eccetera, eccetera.
Che, per banalizzare un concetto e mettere tutto in vacca è un po’ come dire: c’è Cavese-Real Madrid, cazzo fai? Mica la guardi? Tanto lo sai come va a finire…
Verso sera sono arrivati risultati da percentuale bulgara. Depresso, iniziavo a pensare ad una nuova casa politica dove rifugiarmi mentre aleggiava lo spettro della manifestazione dei “forconi”.
I negozi avevano anticipato la ferma intenzione di chiudere nella giornata di lunedì attraverso un volantino non firmato, senza particolari spunti di riflessione, con il richiamo alla patria di cui tutti siamo figli: siamo tutti italiani!
Lunedì mattina pungente freddo dicembrino.
Guanti, cappello, giacca imbottita, bici e via.
I negozi sono tutti chiusi ma il lunedì la maggior parte lavora solo mezza giornata.
Solo che sono chiuse le panetterie, i bar, l’officina dove gonfio ogni tanto le ruote della bici, la carrozzeria, alcune edicole.
Via Nizza è deserta. Corso Dante vuoto.
Via Caboto e corso Mediterraneo sembrano paesaggi lunari.
Via Millio un pianto. Tutto chiuso. Bar, supermercato, panetteria e ristorante. Penso, beh, ci sono riusciti.
Poi arrivano le prime notizie.
Ovviamente filtrate dai giornali e dalla televisione, girano i primi video, arrivano i primi scontri in piazza Castello.
Tutto viene amplificato, come sempre, come serve, a seconda delle comodità: io nel vedere il video dei poliziotti che si tolgono i caschi ci vedo un chiaro segnale di assoluta tranquillità. Le forze dell’ordine sanno quando poter fare quel gesto.
Non è certo per solidarietà, ma molti la leggono così.
Buon per loro.
Fino a qualche minuto prima manganelli e lacrimogeni, poi solidarietà.
Va beh, sarà.
 
La giornata va avanti.
Qualche briccone di estrema destra pubblica sul proprio sito internet il comunicato di adesione incondizionata alla manifestazione.
Qualcun altro, contravvenendo alle richieste degli organizzatori, espone bandiere un po’ destrorse.
Ma niente di che, sono ragazzi.
Nel frattempo la protesta prosegue creando qualche disagio alla viabilità in periferia.
Esco dall’ufficio. Traffico ridicolo.
Conto quattro negozi aperti e tre con le serrande a metá, in massimo quattro chilometri, da San Paolo a San Salvario.
Provo a tirare le somme.
Facciamo che su 100 negozi, a mio avviso, la maggior parte ha chiuso per paura.
Non quantifico, ma la maggior parte lo ha fatto per questo motivo.
Magari sono stati “caldamente invitati” a farlo, magari no.
Poi diciamo che una parte è sempre chiusa di lunedì e una parte invece protesta perché crede nella serrata.
 
Prima domanda. Vi affidereste ad uno o più sconosciuti, sedicenti organizzatori di una manifestazione che ha degli intenti che condividete, correndo il rischio di trovarvi in mezzo ad un pericoloso terreno minato?
Diciamo che una parte di questi, in buona fede, ha accettato a scatola chiusa.
Altri invece hanno comprato sapendo cosa compravano.
Hanno raccolto quanto avevano seminato negli ultimi vent’anni, votando per l’impunità fiscale, per chi garantiva i condoni, chi diceva che se le tasse sono inique, non si devono pagare.
 
Solo che il grande Conducator è stato condannato e i suoi aficionados, risvegliatisi dopo vent’anni di penichella sul comodo divano dell’evasione fiscale, adesso fanno la voce grossa.
Però, per difendere il lavoro, l’art.18, la scuola pubblica, la sanità, mai viste serrande chiuse e solidarietà. Mai.
 
Adesso la piazza è la loro speranza.
Quella piazza tanto evocata e tanto dileggiata, adesso è il loro terreno di gioco.
Poco importa che le regole non siano chiare e trasparenti, l’importante non è come lo fai, l’importante è farlo.
Qualcuno dice che non sapevamo cosa avrebbe lasciato il Berlusconismo, beh, magari un’ideuzza piccola piccola ce l’avrei.
Ci lascia i “forconi” con tutte le contraddizioni del caso: ultras, estrema destra e gente disperata, tutti insieme.
Ci lascia la piazza dei delusi che credevano di manifestare per qualcosa di importante, mentre dalla regia andava la pubblicità e loro rimanevano fuori onda.
 
Chi è il povero illuso?
Chi per vent’anni ha taciuto, compiacendosi?
Secondo alcuni l’illuso sono io, ma se ieri ci fosse stata una gara di illusioni, sarei arrivato ultimo.

La piazza era piena. E ve lo dico.
Avete vinto facile.


Chiosa

Poi oggi apri un giornale e il portavoce di Torino dichiara che la manifestazione è stata un successo.
Che i negozi dovevano tenere aperto, perché loro non volevano danneggiare il commercio e che continueranno ad oltranza finché il governo Letta non si sarà dimesso.
L’unica cosa che mi sfugge, tra un cassonetto rovesciato e dichiarazioni ad effetto di qualche manifestante che propugnava un governo di militari (pronto? Golpe…), dicevo l’unica cosa che non capisco è chi c’è dietro.
E che se questi sono i metodi per rovesciare questo mostro a due teste, beh, temo che qualcuno stia sbagliando e non di poco.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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