La meglio gioventù
E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”.
Indro Montanelli
Piove. Come quel 4 maggio di cinquantotto anni fa.
Chi c’era allora si ricorda tutto. Il boato. Le notizie frammentarie e incerte.
“L’aereo del Grande Torino è caduto sul Colle di Superga.”
Nell’Italia del dopoguerra quella squadra era uno dei pochi simboli di riscatto.
Coppi e Bartali e poco altro.
Tutti amavano il Grande Torino.
La voce s’incrina. Una lacrima scende. L’anziano signore tira fuori un fazzoletto e continua nel racconto.
Io lo ascolto in silenzio.
Guarda fuori dal finestrino del tram e mi dice: “Eh…Io li ho visti giocare quei ragazzi.”
E poi aggiunge: “Ho ottantasei anni. Appena vado lassù, vado dal Capitano e lo abbraccio.”
Io lo guardo. Sembra un ragazzino. Lo saluto, devo scendere.
Nelle sue parole tutto quello che provo io per quei ragazzi.
Orgoglio e riverenza.
wow…mi sono commossa.