La patria è dove si vive felici*

[…]Sogno il mio paese infine dignitoso
e un fiume con i pesci vivi a un’ora dalla casa
di non sognare la Nuovissima Zelanda**[…]
Lucio Battisti

Sto rivedendo le mie idee.
Non i miei ideali, sia chiaro.
Quelli stanno belli incasinati in un mondo parallelo dove ci sono pace e democrazia, una spruzzata di sano realismo e un bel welfare di quelli con i controcoglioni.
Peccato che i sogni muoiano all’alba e pertanto se avete sognato (come il sottoscritto) almeno una volta nella vita di andare a letto con la vostra attrice preferita, beh, il minimo che potete pretendere è che la vostra attrice preferita non sia Anna Mazzamauro.
Per completezza d’informazione la mia non è Anna Mazzamauro.

Ci tenevo a farvelo sapere.

Dicevamo. In questo momento sto rivedendo alcune delle mie idee.

Ogni tanto dargli una rinfrescata non è così sbagliato.

E’ un po’ come fare il cambio di stagione. Una rottura di zebedei pazzesca ma necessaria.
Capita di doversi rimettere in gioco, di rivedere gli schemi (non solo quelli mentali), ammettere le proprie idiosincrasie e provare ad immaginare un modo diverso di pensare e perché no, di vivere.

Ad essere sinceri c’è una questione che mi inquieta più di altre.

Il futuro.

Fino a sette mesi fa potevo ragionare in maniera molto netta e senza sfumature ma adesso le cose sono cambiate.

Se uno diventa padre, le cose cambiano aspetto. O meglio, magari non lo cambiano, però le valuti diversamente e le analizzi con più attenzione: le cose rimangono le stesse ma le vedi da un’altra angolazione.

E quindi provo ad immaginare il futuro.
Ma non il mio. Quello di mio figlio.
E le cose sono completamente diverse da come me le immaginavo.

Perchè io adesso non mi limito a sperare in un futuro migliore.
Lo esigo.
Ma non per me. Per Francesco.
Perchè se io non ho avuto la forza e le possibilità di scegliere vie differenti per la mia vita, beh, ecco, mi auguro che lui queste forze le trovi.

Arrivo al dunque.

Ho sempre pensato che andare via dall’Italia non facesse per me.
Ho lavorato parecchio all’estero ma un conto è lavorarci per brevi periodi, un conto è trasferircisi in maniera definitiva.

Ho sempre immaginato che chi era costretto a partire lo facesse controvoglia.
Però poi a ben vedere, non mi sembra che restare a dispetto dei santi sia così piacevole.

Sto pensando veramente che questo paese non meriti più niente e che niente è quello che diventerà continuando su questa china.

Sto pensando che non sia questo il miglior posto al mondo dove vivere.
Orson Welles diceva: “In Italia, per trent’anni sotto i Borgia, ci furono guerra, terrore, assassini e spargimenti di sangue, ma questi produssero Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento.”
Magari gli ultimi vent’anni non hanno prodotto guerre ma il depauperamento culturale e sociale a mio avviso ha fatto più danni dei Borgia e non mi sembra che Moccia, Brizzi e Fabri Fibra possano considerarsi nelle loro manifestazioni, un Rinascimento artistico.

In tutti i casi davanti ai miei due schermi del mio pc in ufficio, nel susseguirsi dei giorni, tutti uguali in fila indiana, immagino posti neanche troppo esotici, posti dove un bambino possa cresecere e avere una dignità di cittadino e prima ancora di uomo.
Non voglio aprire un baruccio sulla spiaggia.
Nè tantomeno andare ad allevare bestie da qualche parte nel mondo.
Non è una crisi di mezzaetà.
Poi generalmente per quelle, uno si compra una moto, un cane oppure si fa l’amante.

Le moto non mi piacciono, i cani sono un impegno troppo gravoso e di donna me ne bastauna. Grazie.

E’ solo una semplice constatazione, ma questo paese che dimentica i padri e abbandona i figli, non merita più altre chanches.
Non le merita perchè continua a perdere credibilità e occasioni.

E’ un po’ come quel tennista che sta vincendo facilmente e poi fa di tutto per perdere.
E sapete qual è il bello? Che a perdere ci riesce davvero.
E poi volete sapere che fa alla partita successiva?

Continua a perdere e si stringe nelle sue spallucce vittimiste.

Compiangendosi.

E così mi immagino mentre passeggio per Lisbona, Vienna, Monaco di Baviera o in qualche bella cittadina francese, o magari nel cuore fiammingo del Belgio, o perchè no in Giappone.
Da ragazzo mi piaceva pensarmi in Australia o in qualche isoletta sperduta…ma vedi che le cose cambiano e le idee pure?
O sono solo le prospettive?
Oppure non sono proprio uno da baruccio sulla spiaggia.
Definitely.


*Voltaire, Il secolo di Luigi XIV (1751)

**Una giornata uggiosa, tratta dall’omonimo album di Lucio Battisti (1980)

 

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

Ti potrebbe interessare anche...