Le notti bianche di Pachuca ovvero Cielito lindo, un bradipo in Messico – Sesta e ultima parte –

Compendio semiserio alla conoscenza della città di Pachuca e del popolo messicano.

Il torneo
Sembra incredibile, lavorare per il calcio e non parlarne.
E allora annoto come sempre sul mio taccuino qualche nome, giusto per verificare la mia bravura di talentscout.
Non ho visto giocare il capocannoniere di questo torneo, l’ivoriano Coulibaly, ma dato che giocherà nel Siena potremo giudicarlo. Ha fatto 9 goal in 4 partite quindi, qualcosa di buono, questo ragazzo lo dovrà pur avere.
Mi sono piaciuti molto Carlos Fierro, centravanti di manovra del Messico, John Lundstram centrocampista dell’Inghilterra con lo stile di Gerrard, Elbio Álvarez centrocampista fosforo e quantità per l’Uruguay, l’argentino Brian Ferreira regista alla Antognoni vecchia maniera.

Le casse, la valigia
Potrei riscrivere le stesse identiche cose, ogni volta che arrivo alla fine di una trasferta.
Finisci un lavoro, chiudi le casse e quel posto è un po’ casa tua.
Ovunque lascio il mio cappello, questa è casa mia diceva Marvin Gaye.
Non lascio il mio cappello. Ma un piccolo pezzetto di cuore resta qua.
Nella piccola infinitesimale parte di Messico che mai avrei immaginato così.
Resta l’esperienza. Un timbro sul passaporto, un abbraccio con i compagni di viaggio e di lavoro.
Souvenir dal Messico.

Ps. A distanza di un mese dal ritorno a casa, scopro che il post di commiato era lì, come dimenticato.
Mi mancava un tassello. Come se avessi dipinto una parete e avessi lasciato un quadratino intonso.
Dipinto anche questo pezzo di mondo si torna alle piccole gioie quotidiane.
E si riparte.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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