Lo zibaldone della domenica vers. 2.0 reloaded – ovvero pensieri in libertà nella prima domenica di febbraio

SuperMario
Sta sulle scatole a molti e per diversi motivi: è un ex interista, è un bambinone viziato e (per i più ignoranti) è anche di colore.
Mario Balotelli divide. Chi lo ama (tra i quali il sottoscritto) e chi lo odia. ll giocatore non va educato e tantomeno gestito.
Va semplicemente valorizzato. Balotelli deve sentirsi importante perchè Balotelli non è uno dei tanti.
Così, alla prima da titolare, grazie all’infortunio di Pazzini, il badboy entra in campo e fa una doppietta.
Tanto per gradire.

 

Risarcimenti

Intanto in giornata, il fautore del ritorno in Italia di Balotelli, ne aveva tirata fuori un’altra delle sue. Con voce rotta dall’emozione, il titolare di Balotelli non poteva sottrarsi alla sua solita abitudine pre-elettorale. E così con lo sguardo preoccupato per tutte quelle famiglie che hanno dovuto pagarla, quella tassa cattiva, ecco l’annuncio shock: “Risarciremo l’IMU alle famiglie italiane. Le famiglie ricevendo una lettera dal fisco per la prima volta, sorrideranno”.

Standing ovation nella sede della Fiera di Via Gattamelata. Un esercito di adoranti incapaci lo blandiva con applausi e bravo di approvazione.

“Le famiglie saranno rimborsate sul conto corrente o in contanti attraverso gli sportelli delle Poste.”

Daniela Garnero in Santanchè lo esalta: “…un’idea che va oltre possibile immaginazione.”

Pazzesco. E’ esattamente quello che sto pensando io. Solo che questa non è un’idea. E’ una puttanata. L’ennesima di una lunga serie.

 

Il miracolo da cento punti

Nel pomeriggio intanto si completavano due miracoli sportivi.

Il primo lo compiva la piccola Italia del rugby che, a Roma, faceva incazzare ancora una volta i francesi vice-campioni del Mondo. Come se, nel calcio, il Lussemburgo prendesse a schiaffi l’Olanda.

E’ la terza volta che accade ed è sempre un piacere.

A Torino invece, la piccolissima Italia (maschile) del tennis è riuscita ad eliminare la Croazia e a qualificarsi per i quarti di finale.
La qualificazione ai quarti, ottenuta per 3-2 grazie alla vittoria di Fognini, è un evento che non si verificava dal 1998.
Come diceva Lello Arena a Massimo Troisi in Ricomincio da tre: “No…no…ci sta: ‘O MIRACOLO MIRACOLO. E o miracolo sulamente…”.
 
Il mio amico Manuel

Ieri a New Orleans andava in scena la finale NFL tra i San Francisco 49ers e i Ravens di Baltimora.
Il Superbowl non è uno di quegli eventi che mi ha mai solleticato più di tanto, ma questa volta avevo un buon motivo per seguirlo, o quantomeno per sapere cosa stava succedendo al di là dell’Oceano.
Sabato ho ricevuto un sms che recitava: “Follia del secolo in partenza. Ore 14.25 partenza da Caselle destinazione NYC poi domani all’alba con mezzi di fortuna tento di raggiungere New Orleans. Go 49ers!!!”
Era Manuel. Amico e collega che, ufficialmente da sabato all’ora di pranzo, è diventato un mio personale idolo.
So già che molti non capiranno, altri penseranno ad una follia, altri penseranno all’impatto economico.
Io invece penso che gesti come questi rendano le persone speciali, ancora più di quanto non siano.
Quel pizzico di lucida follia che trascende dal tifo e dal risultato (purtroppo i 49ers hanno perso) mi fa credere che nella straordinarietà ci sia sempre qualcosa da raccontare e da vivere.
Lo so che domani, quando tornerà, Manuel ci racconterà di aver incontrato un pazzo svalvolato russo o un veneto trapiantato a Gnu Orlins.
Magari non sarà nemmeno arrivato a New Orleans.
Magari avrà visto la partita in un drugstore o in un cocktail bar.
Magari sarà rimasto addormentato in un letto ad acqua in un motel su una highway.

Domani lo scopriremo.
Intanto, per me, il vincitore di questo quarantasettesimo Superbowl è lui, Manuello il venetasso della steppa.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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