Primo maggio, secondo me

Premessa

Ho lasciato decantare volutamente questo post che è ovviamente figlio dei sentimenti da Primo Maggio.
Questa ricorrenza, purtroppo, sta diventando un mero esercizio di stile in cui gli astanti recitano il loro soggetto: tutti contro il PD, la polizia, gli anarchici, il lavoro che non c’è ma di fatto sembra non fotta niente a nessuno, una assuefazione alle assurdità di un politica che non capisce le persone e fa poco e niente per loro.
Poi ho riletto tutto e ho concluso che le opportunità non sono infinite e se non lo capisci, sei fatto.
Soprattutto politicamente.

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Oggi è stato un Primo Maggio diverso. L’anno scorso fu quello della delusione.

La gente, le facce stranite per quanto stava accadendo, la desolazione e l’impotenza, l’incapacità di capire, ancora una volta, cosa stava accadendo.

Oggi, mentre camminavo lungo il corteo mi sono reso conto che è passato un altro anno, praticamente identico al precedente solo che questo Primo Maggio è quello dell’assuefazione. Almeno per quanto mi riguarda.

Mancano ventiquattro giorni alle elezioni.

In un anno ho votato tre primarie di partito, ho letto molti interventi, partecipato a incontri pubblici, qualche riunione di circolo…insomma è stato un anno mica da ridere.
A novembre ho anche rinnovato la tessera del PD. Per tigna. Sia chiaro. L’ho rinnovata ma non so se la rinnoverò.

Di questo anno che va da un Primo Maggio ad un altro, mi restano alcune sensazioni contrastanti.

La prima, assoluta, dice che la politica romana, intendo quella che si fa alla Camera e al Senato, non solo non tiene conto dei cittadini, ma è assolutamente distante dal territorio e poco attenta alla vita delle persone.

In poche parole, subiamo decisioni dall’alto senza possibilità di intervenire.

La seconda, certa anch’essa, è che la politica locale, quella dei circoli, delle sezioni, delle circoscrizioni, è la politica che fa le cose. Le fa. Non le promette. Le fa.

È fatta da uomini e donne capaci che conoscono il territorio e i suoi bisogni e fanno cose utili allo stesso e ai suoi abitanti.

La terza è che al governo c’è una creatura bicefala, figlia di un’altra creatura bicefala e noi del PD la stiamo avallando (tranne qualche mosca bianca) come se fosse normale e assolutamente necessaria.

La quarta è che mai come in questo momento sono assolutamente distante dal PD.

So che a molti fregherà ben poco, ma se uno come me, che crede fortemente nel PD, arriva a mettersi in discussione…beh, allora effettivamente qualcosa che non quadra, c’è.

C’è che si dovrà votare per regionali ed europee.

Nelle prime, il mio partito ha fatto quello che non vorrei si facesse nel mio partito: ovvero ha imposto un candidato, senza fare delle primarie di coalizione.

Si è detto che eravamo tutti d’accordo (mah, sarà!) e per evitare di dare un segnale sbagliato, tutti gli attori in gioco hanno fatto buon viso a cattiva sorte: Chiamparino candidato di tutti e via andare.

Detto ciò, dopo Fassino sindaco non mi aspettavo molto di più, ma forse, e dico forse, avrei virato su un esponente più giovane e soprattutto non inserito in una logica di poltrone che inevitabilmente daranno adito a polemiche, solleveranno polveroni e quant’altro.

Impossibile non votare Chiamparino, anche perché il vuoto pneumatico offerto dagli altri partiti richiederebbe un minuto di raccoglimento.

Non lo dico per sfottere. Sono serio.
Gli altri candidati non sono in grado di governare la regione Piemonte.

Per le Europee invece il discorso è diverso. Qui ho un candidato e un dubbio.

Il candidato ha un vantaggio. Lo conosco. L’ho sentito parlare, per la prima volta, alla Pallacorda un anno fa. L’ho letto nei suoi post, l’ho sostenuto e votato quando si è candidato alla segreteria regionale del PD.

È gay, si batte per una parte di popolazione che non vede riconosciuti i propri diritti, ha una visione di sinistra del partito che vorrebbe (e di questi tempi è tanta roba), ha sostenuto Civati, dice le cose come stanno e, cosa non da poco, è una brava persona.

Tutto questo per dire che voterò per Daniele Viotti anche se la lista Tsipras è un affascinante tentativo di ri-spostare tutto verso sinistra.

Allora tutto ‘sto pippone per dire che voterai comunque PD?

Diciamo che sarebbe stato più facile se Viotti si fosse candidato alla regione e Chiamparino alle Europee, così sicuramente avrei votato Tsipras…ma scherzi a parte, tutto questo per dire cosa?

Per dire che il PD è lontano dalle persone. Lo dico amaramente, con la sicurezza che sul territorio ci siamo, facciamo cose, ma poi quello che resta negli occhi e nelle teste delle persone, è Roma.

Le magagne di una politica che suona sbagliata a chiunque: parliamoci chiaro, l’avesse fatta Berlusconi questa porcata del governo Renzi…saremo lì a urlare al golpe, alla morte della democrazia.

E se vogliamo veramente cambiare pagina e vincere, ma soprattutto governare, dobbiamo fare cose che la gente apprezza e capisce.

Non sono un fan di Renzi e non mi piace questo PD.

Sono dentro ad una piazza che oggi ha assistito, spaventata, agli scontri tra quattro ragazzetti esaltati dalla presenza del PD e dei poliziotti. Beh, il problema sta proprio in quella piazza dove gli scontri avvengono quasi per inerzia, ogni anno sempre uguali.

La summa tra lo scorso Primo Maggio e quello di oggi sta in quella piazza e nell’incapacità di parlare alla gente, spiegando le tue scelte e le tue idee. Certo è che se il dialogo lo fai a botte di dita medie non vai molto lontano.

A dirla tutta, non vai da nessuna parte.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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