Solo a Torino – La tamarra al volante
Sono diverso da te per una serie di motivi.
Quindi, se devo girare a destra, allargo il braccio destro per far sapere a te, tamarra con la cinquecento, che io devo girare.
Tu questo, forse lo avrai anche capito, quello che ti sfugge è il concetto di sorpasso ai danni di una bici (e potevi farlo in qualunque momento, visto che occupo uno spazio ridicolo e che io tengo la destra).
Tra l’altro, visto che io occupo sempre il medesimo (e infimo) spazio, non vedo perchè mi hai dovuto spaccare i timpani, quando potevi tranquillamente superarmi e arrivare in pole position sotto il semaforo.
Forse non sarò educatissimo, ma nella fattispecie dopo essermi beccato la rampogna acustica, anche prendermi dal coglione da una con le margherite sulla carrozzeria, beh, credimi questo è un po’ troppo.
Alle nove del mattino è crimine verso l’umanità.
A questo punto parto e tu, girando a destra, mi tagli la strada rischiando di seccare prima me e poi un pedone.
A questo punto e solo dopo aver contato fino a dieci, ti ho urlato: l’anima de li mortaccitua.
Che è stata la prima cosa che mi è venuta in mente.
Non lo so perchè, ma penso sia la cosa più carina che ti potessi dire.
La prossima volta magari incontrerai uno che ti insulterà più pesantemente, oppure incontrerai uno più tamarro di te.
E allora sarà uno scontro epico.