Sweet home, Pomezia

Dal monte ventoso dei miei sentimenti
sfoglio all’aria una rosa ricettario
l’inizio è già indiziario […]*
Lucio Battisti

 

L’inizio è 16-0.
Come se il Real Madrid incontrasse il Moncalieri.
L’inizio è l’incontrario di tutto quello che uno può immaginare.
L’inizio è che due su tre sono stati a casa.
L’inizio è che “grazie al cazzo…due su tre sono rimasti a casa”‘.
L’inizio è che “per forza il centrosinistra ha vinto.”
L’inizio è che, a casa, non sono rimasti quelli di centrosinistra.

Allora, io, elettore di sinistra-centro (dove il trattino si legge meno, alla Grillo perché fa fico) mi butto a capofitto su un sillogismo spontaneo.
Ma se due su tre sono rimasti a casa, e uno su tre è andato a votare e ha vinto il centrosinistra, allora l’astensione altro non è che l’estensione dei miei desideri!!
Un plebiscito diciamo, non bulgaro, ma quasi.
Quindi, facendo un ipotetico conto, quei due che sono rimasti a casa sono un cinquestellato e un pdllino.
Allora l’astensione non è proprio tanto male.

“Non abbiamo dato indicazioni di voto ai nostri elettori.”

Già. Se è per questo non è che al turno precedente, siete stati in grado di indicare qualcosa di valido ai vostri elettori.
Il megafono ligure però, dice che hanno vinto loro.

“Il nostro cammino nelle istituzioni è lento ma implacabile.”

Direi molto lento e poco implacabile. Ma ognuno la vede come vuole. Io li chiamo schiaffi, fallimento, declino.
Voi chiamatelo lento ma implacabile cammino…
La vittoria del centro-centro-centro-centro-centro sinistra è una vittoria monca.
È un sorpasso in retromarcia.

Il congresso si avvicina.
Se fossi nei miei dirigenti, stapperei meno bottiglie di bollicine e aprirei qualche rosso da tavola in più.
Cercherei di andare da quei due che sono rimasti a casa e proverei a fargli cambiare idea.
Forse, a pensarci bene, cercherei di chiamare a raccolta tutti quelli che sono rimasti nell’ombra e che appartengono al mio schieramento.
Proverei di nuovo ad imbastire un dialogo.
Proverei ad ascoltare.
Arriverei anche a separarmi da una parte interna, cercherei di costruire una casa solida, e non una palafitta costruita sulle paludose terre della politica italiana.
Ascoltare è importante.
Facciamo un esempio. Non è che se uno urla, tu lo ascolti più volentieri. Diciamo che smetti di ascoltarlo. È pur sempre un inizio. Un inizio all’incontrario.

Chiosa
Non ha vinto il centrosinistra. Hanno perso gli altri.
Il centrosinistra ha non-vinto.
E va bene. Non c’è un cazzo da festeggiare.
Però, i sindaci che si insedieranno saranno di centrosinistra…giusto?
Allora, senza festeggiare, possiamo dire di avere molti non-sindaci, di non avere sindaci fascisti come Alemanno o razzisti come Gentilini.
Allora un minimo di onestà intellettuale per dire che affanculo, stavolta ci vanno loro, e non l’1 su 3 che anche in un centrosinistra così disastrato ha ancora voglia di credere e di investire.

Ok, noi abbiamo non-vinto.
Voi di sicuro non avete vinto un cazzo.
Non mi piace pensare alla contesa politica come una gara sportiva.
Non è questione di tifo.
Però uno solo vince.

*Fatti un pianto
Dall’album DON GIOVANNI (1986)

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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