Un battito di ciglia

Quando in tv vedo quel ricciolino francese che usa la racchetta in maniera tanto perfetta mi chiedo: “Ma perchè il buon Dio ha fornito il talento a quest’uomo che fa di tutto per non metterlo a frutto??”.

Le immagini scorrono mentre Richard Gasquet è in vantaggio per 5-2 negli ottavi di finale degli US Open, contro lo spagnolo David Ferrer.

Ha perso il primo set, ma improvvisamente, in vantaggio sul 3-2 (servizio Ferrer), Gasquet ha un sussulto.

Non è orgoglio.  Non è una reazione nervosa.

E’ classe pura, cristallina e meravigliosa, con un solo drammatico difetto: la sua assoluta e repentina incostanza.

Jimi Hendrix diceva che la storia di una vita è più breve di un battito di ciglia.*

In questo battito di ciglia, Gasquet esegue alcuni colpi meravigliosi: passante incrociato di rovescio in avanzamento, lungolinea di rovescio e schiaffo, sempre di rovescio, di una bellezza michelangiolesca che lo portano sul 5-2.

Gasquet dipinge angoli impossibili, ammalia, seduce e nel preciso attimo in cui sono convinto che vincerà il set, il match, il turno successivo e l’intero torneo e quello dopo ancora, ecco che un corto circuito manda in tilt le certezze di Gasquet (e le mie).

Buttato via il vantaggio, perso il set 7-6 al tie-break raccogliendo solo due punti.

Certezze Gasquet non ne ha. Ne mai le avrà. Resterà l’eterno incompiuto bellissimo da vedere, incapace di vincere le partite importanti ma anche solo di vincere i punti importanti di un match qualsiasi.

Un esempio? Dopo aver condotto uno scambio infinito e aver costretto il suo avversario ad una serie di recuperi pazzeschi, invece di chiudere con un dritto facile facile (da comoda posizione sottorete) decide di eseguire, in maniera totalmente dissennata, una palla corta di dritto che termina la sua corsa a metà rete.

Certo…fosse stato un colpo vincente, sarebbe stata una meraviglia per gli occhi.

Il suo repertorio tecnico affascinante e atipico rende molto difficile l’inquadramento tattico del talento di Beziers e complica tantissimo la vita ai suoi allenatori. 

Forse dovrebbe allenarsi e migliorare la sua condizione fisica, ma in fondo, a chi importa? 

Non certo a Gasquet tutto talento, genio e sregolatezza.

…se fossi per un attimo il coach di Gasquet, gli direi di continuare a giocare esattamente così. 

Fosse un altro giocatore non lo guarderei nemmeno per un breve, fugace, battito di ciglia.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

Ti potrebbe interessare anche...