Un mite inverno sudafricano. Ke Nako.* – 3ª parte –

Compendio semiserio alla conoscenza della città di Johannesburg e del popolo sudafricano.

Jozi, 13 giugno 2010
Oggi non è (stata) giornata.
Lo si intuiva da piccoli segnali inequivocabili. Era nell’aria tiepida, palpabile come i caldi raggi del sole che scaldano l’African Plaza dell’IBC di Johannesburg.
Oggi nell’emisfero boreale sarebbe il 13 dicembre e mancherebbero otto giorni al solstizio.
Mentre nel mare nostrum dell’IBC fabbrico statistiche, al netto di imbecillità d’oltralpe, richieste assurde e qualche soddisfazione personale che mi consente di vivere al meglio questa trasferta africana, provo a mantenere la calma, alla ricerca del karma che inseguo da tempo immemore.
Prima o poi lo troverò. Scaverò nei profondi abissi del mio io, lotterò con me stesso ma alla fine lo raggiungerò. Per il momento, mi accontenterei di non incorrere in deprimenti autoanalisi e piccole insofferenze esistenziali.
Mi basta guardare i ragazzi che cucinano nell’enorme barbecue all’aperto che arrostisce continuamente carne e verdura, tutti i giorni, ininterrottamente. Cantano e danzano, mentre girano spiedi e chili di carne. Sono felici e allegri. Un vero spettacolo.

Il lato tecnico
E’ finalmente iniziata la Coppa.
Al momento niente di ecclatante da segnalare. Chi ha avuto la fortuna (?) di assistere a tutti i match converrà che i ritmi sono bassi, che la palla viene giocata parecchio (parla lo statistico) e non troppo bene e che al momento, si segna poco. Unica eccezione la Germania che poche ore fa ha demolito l’Australia.
Mi è piaciuto il Ghana.
In albergo abbiamo ospiti importanti, la Danimarca di Morten Olsen, che oggi (14 giugno) giocherà qui a Jo’burg contro l’Olanda.
Intanto stasera fa il suo esordio la Nazionale.

Brescia
Quanto accadeva a Brescia ha contribuito a demolire la mia giornata. E’ finita male. Come forse era giusto. Non voglio recriminare. Sono dispiaciuto, ma orgoglioso.
I giocatori che hanno vestito la maglia del Toro da gennaio ad oggi, non li dimenticherò mai. Bianchi, Sereni, D’Ambrosio, Pestrin, Scaglia…ne cito alcuni ma giuro resteranno per sempre nella mia memoria calcistica.
Non hanno centrato l’obiettivo per poco, ma voglio ringraziarli. Grazie per aver dimostrato che in campo non vanno i nomi. In campo vanno gli uomini. Si può perdere, ma dando tutto per la maglia. Grazie lo stesso.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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