Un mite inverno sudafricano. Ke Nako.* – 7ª parte –

Compendio semiserio alla conoscenza della città di Johannesburg e del popolo sudafricano.

Jozi, 27 giugno 2010

Il genio è saggezza e gioventù.
Edgar Lee Masters

Lo specchio di un paese
Il meteorite slovacco deflagra e distrugge i nostri quattro anni da campioni del Mondo.
Tre partite, due punti. Ultimi nel girone con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia.
Un allenatore arrogante. Una squadra senza fantasia e freschezza.
Una federazione che ha scelto di non programmare il futuro.
La nostra nazionale ha fallito perché la mentalità e le abitudini di un popolo si trascinano inevitabilmente anche su un manto erboso di 105×68 metri.
La nazionale rispecchia i valori di un paese immobile, fermo agli anni del dopoguerra, prigioniero di una mentalità arretrata e conservatrice.

Il potere è nelle mani di persone immorali, che non hanno a cuore la “cosa pubblica” e restano attaccati alla poltrona anche dopo scandali o fallimenti evidenti.
Negli Stati Uniti, paese di grandi contraddizioni, i politici o i manager che sbagliano, si dimettono.
Da noi, le dimissioni sono solo un esercizio di stile.

Nell’istruzione e nella ricerca non investiamo. I giovani studenti, docenti e ricercatori sono oramai costretti a carriere universitarie all’estero.
Un paese che non investe sui giovani è un paese senza futuro.
E anche nel calcio governano sempre i soliti noti, vincono le squadre che detengono il potere economico e soprattutto questo è più che mai un paese per vecchi: i vivai e le nazionali giovanili non sono più le fucine di futuri campioni pronti ad esordire in prima squadra. Qualche mese fa ho letto un articolo che diceva: “…la classe dell’anno vattelapesca ha fornito alla serie A, 8 giocatori e tra questi, la maggior parte non era titolare nelle rispettive squadre”.
Si punta sempre sul cavallo bolso, sul nome altisonante o sul nome esotico: i costi prima di tutto.
E logicamente si taglia sui giovani.
Guardiamo al Mondiale sudafricano. Il Ghana ha in rosa parecchi tra l’88, 89 e il 90.
Il Messico ha in Carlos Vela e Giovani Dos Santos due titolari classe 1989.
L’Argentina ha Di Maria classe 1988, Messi e Higuain 1987.
La Germania è una squadra mediamente giovane e molto interessante: vero melting pot di razze. Un turco, Ozil. Un nigeriano, Aogo. Un ghanese, Boateng. Un tunisino, Khedira.
Nelle differenze, la loro forza.
Inevitabile che accada anche da noi. Penso a Balotelli, a Okaka, a Ogbonna, a El Sharaawy…e a tutti i figli di extracomunitari che vivono in Italia.
La multiculturalità è un plusvalore non un ostacolo.

Come se non bastasse, in Italia non esiste una cultura sportiva. Non esiste la cultura della sconfitta.
Ma se ai giovani non si insegnano valori come quelli della sportività (in fondo il calcio e qualunque altro sport sono dei giochi) e della sconfitta, come si può pensare di ottenere risultati in termini di competitività?
Ma soprattutto, perchè viviamo in un tempo così brutto, nel quale i giovani non hanno possibilità di migliorarsi come persone?
Qui il problema non è il calcio. Il problema è la società. Il problema sono le persone.

Io credo nelle persone, pero’ non credo nella maggioranza delle persone. Anche in una societa’ piu’ decente di questa, mi sa che mi trovero’ a mio agio e d’accordo sempre con una minoranza.
Nanni Moretti, Caro diario

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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