Cartoline post elettorali – Giorno no.1

Esco di casa.
Il cielo è grigio e pioviggina.
La pioggia fastidiosa, quella fine e inutile.
Un elicottero volteggia sulla mia testa, sembra seguirmi mentre vado verso l’ufficio.
Arrivo in ufficio, apro la posta.
Booking: Offerta valigia pronta.
Un caso? Non credo.
Almeno il giorno dopo la vittoria dell’Ulivo c’era il sole.

Camera 258.023, Senato 310.741
Camera 126.199, Senato 149.495
Sono i numeri di CasaPound e FN.
Se vi sembran pochi. Vi dico che manca il 18% della Lega…

Il primo partito italiano è il M5s.
Oggi ho sentito tutto e il contrario di tutto.
“Li avete derisi, non compresi.”
“Li avete sottovalutati.”
Avete.
Fateci caso, c’è sempre un voi, mai un noi.
E da quel noi sono transumati i voti che regalano ai 5s il primato di queste elezioni.
Si dice che abbiano preso il posto della sinistra, nelle proposte quantomeno. Il reddito di cittadinanza, per dire.
Lo sappiamo tutti (o quasi) che è praticamente irrealizzabile ma la proposta è arrivata. E’ lì, tangibile.

Il fallito, Bersani, quello che portò il PD al 29,5% (camera) e 31,5% (senato) nel 2013 lo ha ripetuto mille volte, Civati lo ha straripetuto: “Perché fare delle politiche di destra millantando di essere di sinistra? Per quello c’è già la destra e la gente lo sa. E la vota.”
Così, la Lega straripa in Emilia, prende voti ovunque, anche al Sud, dove vince il M5s.
Al sud dove il vecchio PDL fece cappotto. E se non vi inquieta nemmeno questo, allora tant’è.
Il M5s ha vinto a Roma, perso qualcosa a Torino dove vince il PD che però sparisce dalle periferie.

LeU ha proposto delle politiche ipersociali e non ha vinto. Anzi, ha straperso.
Le candidature scomode, il sospetto che fosse più una operazione elettorale che non un vero e proprio progetto politico, qualche uscita a vuoto di Grasso e qualche timore che alla fine, LeU sarebbe stata la stampella del PD nonostante tutto…impacchettate il tutto e otterrete un disastro.
Certo è che sentirsi dire che la colpa del fallimento del PD è stata di chi ha provato (e proverà) a ridare voce alla sinistra fa un po’ sorridere.
Staremo a vedere. Lo scenario è ingarbugliato per via di una legge elettorale drammatica che rischia seriamente di veder fallire tutti i tentativi di formare un governo.
Il pantano giova a molti.

Chiudo con una serie di fotografie che mi hanno riguardato.
Domenica mentre votavo ero contento. Quasi commosso. Votavo per persone e politiche che sento affini.
Non votavo contro qualcuno ed erano anni che non capitava.
Domenica sera ero deluso, distrutto dal risultato nazionale e da quello personale di LeU. Non che mi fossi illuso ma non pensavo ad un tracollo simile.
Lunedì pomeriggio ho ascoltato il discorso di Renzi e ho pianto di rabbia.
Anni di sforzi per costruire una casa comune, con difficoltà oggettive, ma ho finalmente capito cosa voleva dire Matteo quando parlava di rottamare…
Un discorso miope, a tratti patetico nella sua esposizione, privo della necessaria autocritica…E di nuovo ad accusare altri, ad ignorare (o a far finta di ignorarlo) che sarebbe stato necessario fare ben altro e ben prima.
Oggi un amico mi ha chiesto, sinceramente, sei contento per il fallimento di Renzi?
Io sono una persona che non ama mentire, soprattutto agli amici. Ero convinto che il Pd sarebbe stato sotto il 20% (avevo previsto FI molto più su e M5s un filo più giù) e che LeU sarebbe andato sul 7%.
Quindi alla domanda sei contento ho risposto: “Sì. Sono contento. Non per il PD e per le tante persone che fanno politica con passione (e ne conosco tanti) ma sono molto più dispiaciuto per LeU, per quello che poteva essere e non è stato.”
Poi ho pensato che la crisi della sinistra in Europa è endemica e che nel frattempo continuano ad arrivarmi offerte di voli, viaggi e vacanze all’estero.
Mi è venuto in mente Veltroni e mi è venuta voglia di ubriacarmi.