Piccolo uomo

La mia fantasia è inceppata: ho bisogno di un piccolo dispiacere.

Leo Longanesi


Al di là della retorica da bar e delle solite questioni di campanile, cose futili e banali come il calcio muovono i sentimenti di parecchie persone nel mondo.

Oggi a Torino è accaduta una cosa particolare: il Torino e la juventus hanno effettuato una operazione di mercato, anzi, di calciomercato.
Non è una cosa usuale, anzi, ma l’evento, almeno a livello locale ha occupato pagine di giornali e tra gli appassionati (e meno appassionati) si è parlato a lungo dell’approdo in maglia bianconera di uno dei prodotti del vivaio granata: Angelo Obinze Ogbonna che, stasera ufficialmente, attraversa il Po e cambia casacca.
Era successo in passato con parecchi giocatori, anche a parti invertite, ma mai come questa volta l’evento è particolare.

Nel 1961 Denis Law venne messo su un aereo dai Fedelissimi Granata per impedire e scongiurare il passaggio dal Toro, all’altra squadra della città.
Pochi anni dopo la presunta acquisizione del povero Meroni sollevò un’insurrezione popolare con delle vere e proprie proteste di piazza: Pianelli rifiutò la corte degli Agnelli e il giocatore rimase in granata.
Questo non accadde per Lentini, pezzo pregiato del mercato anni Novanta.
Torino messa a ferro e fuoco, cassonetti bruciati, polizia sotto la sede della società: il tutto per evitare una cessione impossibile da bloccare e da rifiutare.
Almeno Gigi ebbe il buongusto di scegliere Milano sponda rossonera, evitando polemiche maggiori.
Ciò non accadde per Balzaretti, esultante sul Toro esposto sotto la Maratona e appena neopromosso in un doloroso e sudacchiato (per me, in Maratona) spareggio (guarda caso) con il Perugia (di nuovo!!).
“Il Toro me lo sento addosso. Non potrei mai andare via da qui. Guardate questa gente.”
Non passarono nemmeno due mesi e la gente, la maglia e il Toro erano un ricordo: e Balzaretti era diventato bianconero.
Non gliela abbiamo mai perdonata.
Così, ogni volta che arriva a Torino prende una marea di fischi che risuonano in tutta la città.
Per non parlare degli insulti.

L’ultimo è Ogbonna.
Prelevato molti anni fa per tremila euro dal Cassino e ora venduto a cifre esorbitanti ai dirimpettai di Venaria-Vinovo.
Ecco, mi sarei aspettato una levata di scudi, un tentativo di esortare il ragazzo a cambiare idea o semplicemente scegliere un’altra mèta.
Niente di tutto ciò. Indifferenza. Silenzi. Accettazione dell’ineluttabile decisione presa qualche mese fa.
Forse anni fa.
Nelle chiacchiere da bar, qualche mugugno a bassa voce.

Io, molto modestamente, penso che lui, cresciuto fin da piccolo con la casacca granata, non abbia capito proprio niente nè del Toro, nè di quello che rappresenta, nè di quello che rappresentava lui, per noi tifosi granata.
Non metto in dubbio che il ragazzo meriti scenari diversi e prestigiosi, per carità: è un professionista, avrà fatto i suoi calcoli.
Solo che non ha capito.
E mi dispiace dirlo, perchè pensavo che fosse diverso dalla massa di idioti che riempiono i campi da calcio.

Ti auguro una carriera importante, ricca di successi. Te la meriti.
Non con quella maglia addosso.
Addio Angelo e grazie di niente.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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