Voglio essere l’Udinese
Tutto ciò è frutto di una notte insonne, con un intervallo onirico.
Sono in piazza, bandiera e sciarpa. Sono ubriaco. Sto festeggiando l’acquisto, da parte della mia squadra di calcio, di un bomber uzbeko che due anni fa segnò 34 goal in 34 partite nel campionato australiano di serie B.
Allora, consentitemi una richiesta.
Se siete granata, fatevi una risata e prendete quanto di buono c’è.
Non è una cosa seria.
Voglio tifare per una società di calcio, in cui ci siano giocatori legati alla maglia.
Voglio tifare per una società organizzata, che valorizza i suoi giocatori, che spende poco e ottiene buoni risultati.
Voglio essere orgoglioso della mia squadra non solo perchè vince, ma anche perchè è un esempio.
Non mi importa vincere scudetti o coppe, lo so cosa è il calcio (soprattutto in Italia), ma il Toro, perdonate la banalità, è molto di più di una squadra di calcio.
Voglio tifare per una squadra che propone bel gioco, non sulla carta o nelle idee, ma nei fatti.
Voglio andare allo stadio per divertirmi, che non vuol dire solo, vincere, vincere, vincere.
Anzi, della maglia.
E nemmeno di tutte, perchè la terza è una roba che non è da Toro.
Il marketing deve avere un senso. Ma che senso ha quella terza maglia azzurro elettrica?
Vorrei rivivere qualche bel momento, che non vuol continuare a festeggiare promozioni, o sfilare per le vie della città per ricordare agli altri che non siamo una tribù in via d’estinzione.
Vorrei che il capitano della mia squadra fosse di esempio per tutti gli altri giocatori e vorrei che la società stessa, capisse che il Capitano, non è un giocatore qualunque.
Chi legge a Superga e chi porta la fascia, non è uno qualunque.
Insomma, per un momento o magari per un periodo, vorrei essere l’Udinese o il Catania.
Non perchè invidi le tifoserie friulane o siciliane.
Ma semplicemente perchè dietro a quei bei campionati, c’è la programmazione: il frutto di un’idea.
Come era un tempo per il Toro.
Si facevano crescere i giovani, si lanciavano in prima squadra e si faceva il solito campionato da rompiscatole, tra i primi, con sgambetti e scherzetti alle grandi…e quando capitava che le grandi eravamo noi, si poteva godere.
Ecco perchè vorrei essere l’Udinese, magari con lo stadio sempre pieno e il colore granata in bella vista.