Bairro de Vanquilha_1a parte

Era una giornata come tante altre al Bairro de Vanquilha.
L’inverno era mite e la nebbia non era tenace come in passato.
Gli abitanti del Bairro erano abituati ad inverni rigidi: quello poteva essere ricordato negli annali per la sua cordiale apparizione.
Il fiume scorreva placido nel suo letto mentre stormi di gabbiani, cicogne e qualche passerotto sprovveduto o destato dal clima inaspettato, lo sorvolavano.

Quel giorno Rui si sentiva più vecchio, forse perchè era il suo compleanno, forse perchè alcune cose che un tempo erano importanti, adesso non lo erano più; forse perché la sua vita scorreva sempre più velocemente, i ricordi gli tenevano compagnia, il futuro lo incuriosiva e, allo stesso tempo, lo spaventava ogni giorno di più.

Infilò un maglione a collo alto, pensando che lo avrebbe protetto dal venticello infido che spazzava le strade del Bairro, mise il suo solito cappellaccio in testa, agguantò una giacca dal colore improbabile e uscì di casa.
Il vento non era affatto infido. Solo gli spazzini bestemmiavano Eolo perché creava scompiglio nei gruppi di foglie secche ed ingiallite che avevano ammucchiato prima di procedere alla raccolta.

Rui camminava frequentemente per il Bairro. Gli piaceva.
Camminava, rifletteva, immaginava.
Le mani in tasca, i suoi pensieri in libertà.

Entrò nella Caféteria dos anjos.
Luis, il barista, di spalle alla porta d’ingresso, lo vide riflesso nell’enorme specchio appeso dietro il bancone: “Il solito?”.
Rui annuì e dopo pochi istanti, la sua tazza di caffé ristretto era lì sotto il suo naso.
Lo sorseggiò, diede uno sguardo ai quotidiani e poi si accomiatò con un “Grazie Luis, alla prossima”.
Rui usava sempre le stesse parole per salutare Luis e le scandiva in maniera teatrale, come se fosse l’ultima volta che le pronunciava.
Luis lo salutava con un cenno della mano.

Sapevano entrambi che il giorno dopo, Rui sarebbe entrato da quella porta e che il suo caffé lo avrebbe atteso lì in fondo, sul bancone, vicino ai quotidiani.

Fine Prima parte -continua-
Foto de Il Monotremo

 

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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3 Risposte

  1. Keyser Soze ha detto:

    Sai chi vedrei bene in un cameo nella seconda parte del “Bairro de Vanquilha”? Il fantasma del grande Capo Nero ovvero l’indimenticabile Obdulio Varela, gloria del calcio rioplatense e centromediano della nazionale uruguagia, che portò il più grande silenzio della storia del calcio all’interno del Maracanà di Rio de Janeiro guidando la sua nazionale al titolo mondiale nel 1950. Me lo vedo benissimo a giocare a biliardo contro Jim Braddock!!

  2. il bradipo errante ha detto:

    Keyser Soze, questo tuo post mi commuove e allo stesso tempo mi turba.
    Passerà molto tempo prima di rivederti?
    Obdulio e Jim? Non li trovi un po’ agli antipodi?

    A presto, tuo Kobayashi.

  3. Keyser Soze ha detto:

    Obdulio e Jim sono agli antipodi quanto basta per essere due buoni avversari in una partita di biliardo come Fast Eddie Felson comanda. Però in comume hanno l’essere entrambi eroi positivi ovvero la partita a biliardo non finirà a coltellate ma con una virile stretta di mano; e non è un male visto che il Bairro de Vanquilha mi sembra Scampia…