Il Bradipo sportivo -2a puntata-

In lacrime per un’ammonizione il primo.
Sorridente per la nuova sistemazione il secondo.
Estrosi, divertenti, bizzosi.
Antonio Cassano da Bari vecchia e Leite Ribeiro Adriano da Rio de Janeiro, Brasile.
Entrambi crescono tra mille difficoltà ed entrambi conoscono la povertà.
Entrambi imparano a giocare per strada ed entrambi hanno una caratteristica comune.
Un carattere difficile.

Antonio Cassano, classe 1982.
Cresce nel Bari. In un Bari-Inter del 1999, seconda presenza in serie A, inventa uno dei goal più belli di sempre. Da quel giorno è il Talento di Bari vecchia.Si trasferisce alla Roma dove inizia a farsi conoscere, oltre che per le sue doti tecniche, per le sue intemperanze con arbitri, compagni, allenatore, società.
Inventa goal, assist e dribbling, piccole e grandi meraviglie di uno scugnizzo che dice al mondo: “Avete visto? Questo è quello che so fare…”
Gioca come se stesse in un cortile, in strada.
Fa le corna all’arbitro Rosetti e gliene dice di tutti i colori.
Manda a stendere Montella che gli chiede perchè sta abbandonando il campo.
Manda a quel paese Ulivieri e lo fa espellere.
Imita Capello prendendo in giro quello che è stato per un po’ di tempo, il suo mentore.
Domenica prende un’ammonizione e scoppia in un pianto isterico degno del miglior attore teatrale.
I numeri dicono che prima del trasferimento al Real, Cassano era il giocatore che alla sua età aveva segnato di più nella storia del campionato italiano.
Il suo problema è tutto in click che ogni tanto scatta. Un corto circuito, un drappo rosso davanti al toro.
E lo scugnizzo si rivolge al pubblico: “Adesso guardate che vi combino!”
Un momento prima è l’Olimpico, San Siro, Marassi…un attimo dopo è il cortile di Bari vecchia.
La sua dimensione, il suo palcoscenico.

Adriano, classe 1982.
Potenza, classe e velocità.
L’Inter lo preleva dal Flamengo e in una notte d’estate del 2001 fa il suo esordio al Santiago Bernabeu. Risultato?
Punizione bomba e onori della cronaca per il diciannovenne brasiliano.
Fiorentina, Parma, Inter, nazionale brasiliana.
Un’escalation.
Poi il buio. Le foto di una festa troppo eccessiva.
I chili di troppo. La morte del padre.
La depressione, i problemi di alcol, i rapporti pessimi con il suo allenatore.
Una società troppo morbida, un presidente troppo buono, un allenatore che non ha tempo nè voglia di recuperare le pecorelle smarrite.
E così, uno dei più fulgidi talenti del calcio mondiale, diventa un giocatore come un altro.
Un peso che una società che viaggia sull’onda dei successi non si può permettere.
Ed ecco il colpo a sorpresa. 6 mesi di premio per il giovanotto.
6 mesi nel suo adorato Brasile, nel San Paolo dove secondo qualcuno si troverà bene.
C’è da onorare il Carnevale e siamo sicuri che Adriano lo farà.
Con il bene placido di una società che perde il contatto con la realtà, lasciando che un suo investimento finisca dritto dritto nel cestino della carta straccia.
C’è una società che sta perdendo oltre al giocatore, anche l’uomo.
E questo ci sembra l’errore più grave.
Felici di sbagliare. Noi e loro.

Cassano, Bari-Inter http://youtube.com/watch?v=lH3H_FeZnKk
Adriano, Real Madrid-Inter http://youtube.com/watch?v=Y_MobL4mheY

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

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1 Risposta

  1. Lapo ha detto:

    e juve merda non lo vogliamo dire?