Un’altra vita
Gente che entra ed esce dai negozi.
Un furgone bianco attira la mia attenzione. C’è un uomo che lo sta aprendo.
Uno sguardo. E’ un vecchio amico.
Sembra trascorso un secolo dall’ultima volta…
Anni fa decise di andare via, lontano.
Dagli amici. Dalla famiglia. Da tutto.
Perso ogni contatto. Scomparso. Si disse…si sarà dato alla macchia…
Mai affermazione fu più azzeccata. Si diede alla macchia e su un’isola divisa a metà tra mare e montagna passò qualche mese, vivendo da ricercato.
Disertò. Sì. Disertò.
Era scappato. Ancora una volta.
Pagò quanto dovette alla “giustizia” e tornò ad essere un uomo libero.
Ma scappò un’altra volta.
Questa volta in montagna.
Una scelta di vita. In controtendenza. Come sempre.
Lo rivedo con piacere. Di lui ho sempre avuto notizie frammentarie, parole dette sottovoce, segreti rubati.
Adesso lavora la terra. Vive come un uomo del Settecento. Lavora la terra e vive di ciò che produce.
Vive nella casa che fu di suo nonno, nel bosco di una piccola frazione al centro di una valle alpina, lontano dalle passioni di un tempo, con una vita diversa, meno attenta alle frivolezze di questi tempi, una vita più legata alle cose vere, ai sentimenti.
Senza una donna, lottando contro un treno che, in quella valle, pochi vogliono.
Caro Don Chisciotte postmoderno, in fuga da sempre.
Libero.
Libero come un uomo.