Al coreano non far sapere…_6ª parte

Guida pratica alla conoscenza della Corea e del popolo coreano

DMZ, 1 settembre 2007

Uno è sicuro di vincere, se crede nel popolo e dipende da esso.
Motto della Repubblica democratica Popolare di Corea

Giorno di riposo numero due. Approfitto per fare una capatina al 38esimo parallelo, giusto per capire.
Arriviamo dopo circa sessanta chilometri al confine di quello che viene chiamato DMZ (Demilitarized Zone).
4 km (in larghezza e 248 km in lunghezza) di terra di nessuno, di natura incontaminata: dall’altra parte, gli amici nord coreani.
Visitiamo il 3°tunnel, che gli amici hanno costruito per vedere che aria tirava a sud…1625 metri di roccia scavata a settanta metri di profondità: due metri (circa) per due e un’umidità pazzesca.
Elmetto in testa e via alla scoperta di questo tentativo nord coreano, scoperto nel 1978, grazie alla soffiata di un pentito…
Dopodichè visitiamo la terrazza naturale di Dorasan, dove possiamo ammirare il territorio nordcoreano.
Gigantesca bandiera nord coreana da una parte, statua di Kim-Il Seong (visibile nei giorni tersi, oggi non lo era), bandiera sud coreana (molto più piccola) e assoluto divieto di fotografare l’inquietante scenario.
Assoluto non direi. A terra, a circa cinque metri dalla balaustra, c’è una linea gialla che delimita la zona dove è possibile scattare foto. Da qui in poi no, da lì in poi sì!
Tutti in punta di piedi, braccia in alto e macchine fotografiche che scattano all’impazzata.
Con un teleobiettivo neanche troppo potente si possono ottenere interessanti risultati.
La macchina del turismo funziona alla perfezione e la situazione è sfruttata al meglio.

All’interno della DMZ la natura gioca un ruolo fondamentale. Specie sconosciute, piante e animali, insetti…tutto incontaminato dall’uomo che non ci mette piede dagli anni Cinquanta.

Venti chilometri più a nord, c’è Panmunjeon ovvero l’ultimo villaggio.
Qui ci sono sia i soldati nordcoreani sia quelli sudcoreani.
Una linea dipinta a terra separa le due Coree*. I soldati indossano occhiali da sole, anche solo per evitare di incrociare lo sguardo con i loro dirimpettai.
Talvolta nei giorni assolati, anche l’ombra delle persone può creare qualche incidente diplomatico: i proprietari dell’ombra sono pregati di fare due passi indietro al fine di non invadere il territorio nord/sud coreano.
Tra i due paesi non ci sono differenze religiose. Non ci sono differenze linguistiche né etniche.
Esistono quelle politiche e quelle economiche. Che, al momento, sembrano insormontabili.

L’ultimo Muro esistente sulla faccia della Terra resiste.**

*La corretta dicitura per le due Coree è : Repubblica Democratica Popolare di Corea, per il Nord. Per il Sud, Repubblica di Corea. Tra l’altro noi italiani siamo tra i pochi popoli a chiamare il paese nel modo esatto. Corea con la C e non erronemente con la K come fanno la maggior parte dei paesi, soprattutto quelli anglosassoni.
**Se si esclude la divisione di Nicosia, a Cipro, con il muro che separa le due zone, greca e turca.

Foto de Il Bradipo Errante, Dorasan, 1 settembre 2007. Sulla sinistra in lontananza la bandiera nord coreana, sulla destra quella sud coreana.

ilbradipoerrante

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e il cappotto di Bogart. Ché non si sa mai.

Ti potrebbe interessare anche...

1 Risposta

  1. Keyser Soze ha detto:

    Credo che il Mondo sia pieno di Muri. E che tutti, o quasi, siano invisibili ed indistruttibili.
    Dopo averti allietato con questa considerazione dettata dalla mia veneranda età ti annuncio che sono assolutamente in clima mondiale e mi sono fatto tatuare il faccione di Martin Castrogiovanni in grandezza naturale sulla schiena.
    Death to Black!!!!!!!!!