I cechi non sorridono mai…_1ª parte
Guida rapida ed essenziale alla conoscenza della città di Ostrava
Ostrava, 4-8 giugno 2007
Ostrava, terza città della Repubblica Ceca. 15 chilometri dal confine polacco, fabbriche e miniere.
Ecco cosa è Ostrava, città di carbone e lavoratori, che, nell’indifferenza di molti (se non di tutti) si appresta ad ospitare i Mondiali di atletica giovanile.
Un enorme viale, tagliato in due dalle rotaie del tram, separa il nostro albergo dallo stadio teatro della manifestazione. Dall’albergo all’impianto sportivo, un minuto a piedi.
Casa e chiesa.
La finestra della camera offre uno scenario desolante: palazzoni di cemento, palazzetto dello sport e minuscolo nightclub dall’aspetto molto folkloristico. Null’altro.
Il centro città non offre molto di più. In Stodolní ulice il meglio. Locali alla moda, qualche ristorante e discoteche: la via, lunga circa trecento metri è l’unico punto di ritrovo per molti.
Clima caldo di giorno e fresco di sera.
Ostrava sembra un pugile suonato. Gli sguardi delle persone riflettono il loro way of life.
Non c’è mai tanta gente in giro.
E se c’è, comunque non sorride.
Sembra quasi vietato. Ci sarà un motivo, forse nessuno, forse molti.
Bisognerebbe provare a vivere nel nulla.
Qui paiono riuscirci a meraviglia.
Foto de Il Bradipo errante, Vítkovice Arena detta anche Městský Stadion, 7 luglio 2007, Ostrava
Vi siete mai chiesti cosa abbia spinto le antiche popolazioni a fermarsi in posti così inospitali come il Nord Europa? Per carità, io da terrone sono abituato al caldo e al clima temperato, se fossi un pinguino non andrei mai a stare a Roma. Però, nel corso dei secoli e dei millenni, quindi delle generazioni, come mai i vichinghi non sono progressivamente migrati verso Sud?
La spiegazione esiste sicuramente e ci sono fior di libri che raccontano le motivazioni di tutto ciò in modo scientifico ma credo che la ragione profonda sia semplicissima: il freddo li ha resi tristi e, quindi, senza voglia di pensare al meglio. Ecco perché non sorridono.